1 ottobre 2014

L'avidità che tutto ingoia

Ci sono persone così povere, che l'unica cosa che hanno sono i soldi. 

Michael J. Coen

Vivere solo per denaro mi pare un'oscenità. Perché si esce dalla scena del puro vivere per farsi deglutire dalle gole dell'avidità che tutto ingoia. Visto che ogni cosa, ma proprio ogni cosa, si traduce in soldi. Entrate ed uscite. E siano benedette nei secoli le entrate, sia ben chiaro. Ma nel mezzo si perde il controllo, persino il senno e ciò che lo contempla. Un'aridità che non sente e non vede e non pensa. Si applica con giudizio alle sfere del dare ma soprattutto a quelle dell'avere che non è pura magnificenza di possedere, ma famelica brama di possedere sempre di più. Una vertigine senza soluzione, uno sprofondare senza fine.

[foto by CharllieeArts]

24 commenti:

  1. sono con te. odio l'accumulo dei soldi che per alcuni diventa impresa fine a se stessa, che sia l'avaro che si soddisfa ad ammassare senza spendere, che sia l'esibizionista che sperpera montagne di denaro per mostrare agli altri il proprio gruzzolo.
    ml

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    1. Ciò che non riesco a capire e a condividere è la continua fame di soldi. Più se ne hanno, più se ne vogliono. Senza fine.
      Forse è una malattia.

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  2. Eppure mia cara.. eppure... pieno è il mondo di cotanti dindaroli (apparentemente) viventi.. p.s. e comunque una schedina del superenalotto ci scappa ogni tanto.. così, tanto per immaginarmi vertiginosamente posseduto e sprofondato nel delirio... ;)

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    1. Sì, so che al mondo di questi "dindaroli" ce ne sono tantissimi. E la cosa mi inquieta ancora di più.

      Anche io, di tanto in tanto, provo a fare qualcuno di questi giochetti senza nutrire alcuna speranza, sia chiaro.

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  3. Sono convinto che la maggioranza sia con te. Anch'io, con un distinguo: della tante cose belle che si possono avere dalla vita -escluso contemplare un tramonto sul mare o sui monti o godere con gli occhi di tante meraviglie che in questo mondo sono godibili con lo sguardo- tutto il resto costa soldi, tanti soldi.
    Non posseggo l'animo di un francescano, non so rinunciare a tutte le cose belle facendo solo un sospirone, quindi cerco di procurarmele, cioè cerco di guadagnare più soldi possibili. Sono per questo meschino? Sì? Allora sono meschino.
    Pablo

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    1. Sei solo un consumatore di razza. Anche a me piacciono molte cose ma se non posso permettermele non mi ammalo. Essere francescani non ha niente a che vedere con il capire che il mio stipendio non mi consente spese pazze.
      In ogni caso credo che spendere tanto solo per possedere ciò che si desidera (stimolati costantemente dalla pubblicità o da chissà cosa) non sia particolarmente intelligente.
      Ma poi: ognuno fa dei suoi soldi quello che meglio crede. Se vuole buttarli nel cesso, faccia pure.

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    2. Guarda che io non faccio pazzie per comprare cose inutili o di non assoluta necessità. Voglio dire che non venderei l'anima al diavolo per comperarmi la Ferrari. Chi se ne frega. Voglio avere quello che trovo bello e conveniente, che so un televisore da 55 pollici full HD, perché no? D'accordo posso anche vedere la TV in uno più piccolo e senza HD, ma perché privare me e la mia famiglia per risparmiare qualche centinaio di euro, due o tre? E non credere che vada dietro alla pubblicità, non solo così microscopico e deficiente. Io compro quello che mi piace, solo quello che mi piace. Nel cesso butta la carta igienica usata, che compro nel supermercato più a buon prezzo che esista, l'ALDI, dodici rotoli per due euro e sessanta.
      Pablo

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    3. Neppure io comprerei una Ferrari. Tu puoi permetterti di spendere qualche centinaio di euro in più per un full HD. Altri non possono e non lo fanno.
      Credo che ogni persona abbia gusti e priorità diverse. Io, ad esempio, spendo soldi per i libri, qualcun altra li spende per il make up, qualcun altro per un paio di scarpe, chi per un PC, chi per una rinoplastica e via dicendo.
      Il senso del mio post, in ogni caso, è un altro.

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    4. BEEEEEEEEEEEEEP! Qualcun'altra. Dài che se fai in fretta questo, certamente un refuso, nessuno lo vede, lo cancelli e correggi.

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    5. Il senso del tuo post lo avevo capito. Non mi era chiaro il tono della tua risposta. Ci sono delle priorità, è chiaro.
      Pablo.

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    6. Un refuso!
      Mea maxima culpa...
      Spero di riuscire a dormire serenamente questa notte.

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    7. Meno male che l'hai presa sorridendo, già pensavo che ti fossi offesa. Ho scritto velocemente e, rileggendo, il tutto "suonava" male. Ero già pronto a chieder scusa. Ma la "mia" foto? Mi hai illuso. Saluti, Jean Claude.

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    8. Che cosa strana: anch'io spendo soldi per i libri. Chissà la tua libreria a quali dimensioni è giunta? La ricordo in nuce (o quasi). Sempre Jean Claude.

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    9. E tre! L'hai cambiata!!! Scusa. Che giornata! Stai molto bene: lo dico con una certa oggettività. Leggere fa bene, è indubbio. Insomma, a causa di queste foto continuerò a non poter leggere le tue recensioni. Il nero...ci piace il nero. Anche se la camicia rossa...Va be' la smetto di fare lo scemotto. Ciao.

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    10. E quattro! Ma quei capelli si sono fatti rami, poi che bianca che sei! E la profondità di quegli occhi? Ma sei proprio bella! Sto esagerando eh? Va be' una tantum, su! Torno a tacere.

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    11. No, non mi sono offesa. Capita a chiunque di generare refusi, anche a te ricordi?

      La mia libreria è cresciuta parecchio negli ultimi nove o dieci anni. Si sono aggiunti molti libri e tanti scaffali. Credo che la tua, già importante al tempo, sia divenuta ancora più bella ed interessante.

      Sì, ho cambiato la foto. Da un po', a dire il vero. Il nero ci piace eccome. E pensa che in quella foto (sul seppia) ho una maglia color glicine. I capelli sono rami? Perfetto. Vuol dire che il mio processo di trasformazione in albero sta procedendo verso la giusta direzione.

      Grazie per il "sei proprio bella". Sorrido...

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    12. No, non ricordo di refusi, no no. Sì, qualche libro s'è aggiunto. Tanto che sto procrastinando l'inevitabile discesa in cantina: mia o di qualcuno di loro. Li coprirò bene, mi coprirò bene. Accidenti dieci anni, dici? Io direi nove. Una volta ti avrei risposto che preferivo il rizoma all'albero o qualche cretinata del genere; oggi la metamorfosi in albero, mi va benissimo. Tra molti, molti anni verrò nel bosco e ti saprò individuare, grazie ai rami, vi poggerò la testa, chiuderò gli occhi, ancora per un po'.

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    13. Eppure qualche refuso riguarda anche te.
      Porterai i tuoi libri in una cantina? Non ci credo. Non è possibile. Come fai a separarti fisicamente da loro? No. Non lo farai.

      Sì, sono dieci anni. 2004-1014. La matematica non m'inganna.

      L'albero è un gran bell'essere. E quando sarò albero tu verrai a trovarmi nel bosco. Vieni in autunno, però. Avrò foglie colorate e lucenti.

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  4. Con il denaro oggi si fa tutto: si comprano lauree, privilegi, posti di lavoro. Ma il denaro, nella nostra società, è diventato sempre di più simbolo di potere, di forza e di esibizionismo. E’ l’ossessione dei nostri tempi, è lo strumento per emergere e corrompere. E ti fa sentire intoccabile.

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    1. Che col denaro si possa fare molto (non proprio tutto) è noto da sempre. E' simbolo (o essenza?) del potere, della forza, dell'arroganza e di quant'altro. Ma soprattutto, come scrivi, è un'ossessione. Divora chi non ne ha mai abbastanza.

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  5. Stavolta non mi sei piaciuta: enunciazioni banali e scontate.Il denaro, il potere, la loro grande influenza sulle nostre vite....insomma tutto già detto e scritto.
    L'ossessione ci divora tutti anche quelli ( sono la stragrande maggioranza) che soldi ne hanno pochi e non riescono a vivere. Non è una vera ossessione, non ha attinenza alcuna con profonde e meditate riflessioni sull'uomo, il suo destino e il senso della sua vita. E' una realtà cruda e continua. Sarebbe meglio discutere su come annullarla, o mitigarla.

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    1. Tutto già detto, tutto già scritto.

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    2. Mica vero, si dice solo quello che ci fa comodo e non si toccano mai le fondamenta del vivere civile devastato. Le vecchie ideologie e quelle falsamente nuove che vivacchiano sul web non servono, probabilmente non serviamo neanche noi.

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    3. L'hai scritto tu: tutto già detto, tutto già scritto.
      Il mio. Ma anche il tuo.
      No, non serviamo a granché.

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