2 ottobre 2014

E poi torna quella tristezza gentile

E poi torna quella tristezza gentile che svuota l'anima lasciandola stanca come una cantina vuota. Anche il risveglio sembra non condurre in mondi migliori perché quel luogo di penombre e malinconie te lo porti dentro come un sasso o, più semplicemente, come quella te che ogni tanto vuole farsi ascoltare. Infatti l'ascolti con gli occhi socchiusi e le dita appena srotolate. Il cielo, per somma fortuna, non osa andare oltre le sue sfumature d'indaco cupo. Esattamente quello che serve per contenere lo spleen di questo giorno che non trema e non cresce. Passerà con le ore o con altro silenzio, questo è certo. Al momento basterebbe la consolazione di un temporale.

[foto by YagaK]

45 commenti:

  1. Sicché sentirsi un po' malinconici è cosa non solo mia. Ovviamente me ne dispiace, ma rasserena scoprire che non si tratti di una mia oscillazione casuale.
    Forse è davvero ottobre, l'inizio dell'autunno, la fine dell'atesa delle giornate calde che quest'estate non ci sono state.
    Ritorna il tempo delle piogge, del vento e delle castagne. Un temporale darebbe la certezza che almeno il tempo non sia impazzito e che almeno l'autunno sia davvero tale (anche perché, con il sole che c'è, io andrei al mare oggi)

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    1. A quanto pare condividiamo uno stato d'animo, caro Apprendista Nocchiero. Non so se abbia ragione Je, forse è davvero tutta colpa di un ottobre che prende vita.
      A me l'autunno piace moltissimo, più di ogni altro periodo dell'anno. E forse mi piace anche perché genera in me questa stanchezza gentile.

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    2. L'autunno una volta significava l'addio al caldo, il benvenuto al freddo con le festività alle porte: il compleanno dei miei genitori, il mio, natale, capodanno e così via.
      Le castagne, adoro le castagne.
      Quest'anno invece non so. Sembra tutto così uguale a com'era in marzo.

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    3. Evidentemente tu vivi al nord dove l'estate non è neppure arrivata.
      Qui, invece, seppur non lunghissima, l'estate si è fatta notare. Per cui l'arrivo dell'autunno è stato, per me che l'estate non la sopporto affatto, consolante come sempre.

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    4. Nella mia terra di mare, l'estate ha fatto visita per una settimana e poi se n'è andata, lasciando spazio al vento ed alla pioggia.
      C'è chi dirà "meno male: avevo paura che il basilico si seccasse" ma per me che ho sempre amato il sole estivo ed in particolar modo negli ultimi anni, per me è stata un'estate triste e quando me lo chiedono, rispondo invece che è stato un autunno piacevole..

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    5. Il mio basilico non si è seccato.
      E l'autunno è per me un gran piacere.

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  2. questo brano mi piace molto. Questa è scrittura, per tema e modo. Qui cerchi e trovi le parole per trasmettere uno stato d'animo, inventi metafore (la cantina vuota), usi un passo lento e gradevole.
    ml

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  3. Conosco quella tristezza gentile, oddio qualche volta non molto gentile, che svuota l'anima e ti lascia solo a mormorare frasi cotte e stracotte solo a te stesso. Non lo rivelo a nessuno, forse me ne vergogno, la considero una debolezza, non so, non ci ho mai fatto una riflessione profonda sopra, e quando qualcuno mi vede così concitato con me stesso e mi chiede cosa mi passi per la testa rispondo in malo modo, perché non voglio che nessuno entri a scandagliare il fondo della mia botte. "Contenere lo spleen di questo giorno che non trema e non cresce". Bello, ma per quel che mi riguarda faccio una leggera modifica e sostituisco la parola "vita" al tuo "giorno". Naturalmente, detto per i tanti puristi che pullulano nel tuo blog ma non per te, va cambiata la o di questo con una a.
    Pablo

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    1. La tristezza di cui parlo è gentile davvero. Mi fa sentire vuota e stanca ma non mi porta a mormorare frasi cotte e stracotte a me stessa. Forse è una tristezza diversa dalla tua.

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    2. Sarà la differenza tra chi è poeta e chi non lo è.
      Pablo

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  4. Col tempo ho imparato a volerle bene.
    Senza di essa non esisterebbe la felicita'.
    E quando c'e', cogli sfumature e dettagli che altrimenti sarebbero ignorati.

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    1. Sì, le voglio bene anche io. Fa parte di me e non la rinnegherei mai.

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  5. Emozionante leggerti... rivalutare le proprie malinconie con un ossimoro teoricamente improbabile, ma che scivola sinuoso tra cielo e tempo pigro, e se poi incontra un tuo post così, ci si adagia comodo, attendendo che le nubi diradino..

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    1. Grazie franco.
      Probabilmente di questa tristezza gentile tra qualche giorno non sarà rimasto nulla. A parte questo post, s'intende.

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  6. Quando il dentro di noi coincide con il fuori di noi.

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  7. Le emozioni che scrivi mi rapiscono.
    <3

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  8. Quando la prosa diventa poesia...ciao Mia

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    1. Prosa poetica.
      La chiamano così.

      Ciao Remigio.

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    2. ..e ti trovo una maghetta del "genere".. ;)

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    3. Sono un'artista della prosa poetica!
      Sorrido...
      Peccato che sia un genere poco noto e poco usato.

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    4. Tempo fa lessi su un tuo commento: "Questa non è una poesia, è una prosa in versi". Il poeta naturalmente era un altro. Adesso parlando di opera tua parli di prosa poetica. No, Mia Euridice, o è prosa o è poesia. Poeti si nasce non si diventa; artisti si nasce non si diventa; musicisti si nasce non si diventa; simpatici si nasce antipatici si diventa; delinquenti si diventa non si nasce.
      Psomoi Andrómeoi

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    5. Prosa poetica, prosa lirica. Qual è il problema?
      La prosa non può essere anche poetica?
      Secondo me sì. I puristi dicono di no?
      Non importa. Non mi offendo.

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    6. Non è un problema, ma un modo di dire, per intendere parole dette bene, scritte meglio, che sembrano poesia, ma la prosa è prosa e la poesia è poesia. D'altronde era proprio questo il concetto espresso in un tuo commento ad una poesia non proprio bella, ma qui bastava citare un tuo conterraneo, che parlava di "poesia e non poesia". I puristi non c'entrano niente e la tua opinione per quanto legittima rimane solo la tua opinione.
      Psomoi Andrómeoi

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    7. Così come la tua opinione rimane la tua.
      Prosa che sembra poesia. Se sei contento così, per me va bene.
      In ogni caso continuerò a scrivere ciò che mi pare e nel modo che voglio. E, visto che ci tieni tanto, continuerò persino a "bestemmiare" definendo alcuni testi "prosa poetica".
      Sorrido...

      P.S. Sei sempre tanto polemico?

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    8. due concetti opposti il dire che una poesia sembra prosa (rilievo negativo) e il dire che una prosa sembra poesia (rilievo positivo sulla sua musicalità). Il tuo brano appartiene al secondo, non foss'altro che perchè è scritto in prosa. :-)
      ml

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    9. Polemico? Non sono il solo mia cara, tu fai parte del gruppo. Io non ho preteso di importi quello che devi o non devi scrivere, sono fatti tuoi. Ma a quel che pare basta contraddirti per suscitare la tua vis polemica. A me invece viene solleticata la vis dialettica.
      Psomoi Andrómeoi

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    10. @ massimo: sono felice che il mio brano appartenga alla seconda categoria.

      @ Psomoi Andrómeoi: non sono "tua cara", giusto per puntualizzare. Tu hai espresso il tuo parere ed io ho risposto. Non mi sembra di aver polemizzato al contrario di quanto stai continuando a fare tu.

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    11. A me risulta che la "prosa poetica" esista proprio come sottocategoria della poesia...

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    12. Anche a me risulta, ma a quanto pare non siamo tutti d'accordo.
      In ogni caso ho rintracciato questa pagina che, seppur in lingua spagnola, spiega in maniera abbastanza chiara e plausibile cosa sia la "prosa poetica" e quali imponenti origini essa abbia.

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    13. @ia Euridice: mi scuso per il "mia cara", ma non per l'eccessiva confidenza dato che qui in rete ci si dà tutti del tu e che quell'espressione è assolutamente innocua, bensì per il contenuto beffardo nel tono della voce che quel "mia cara" pronunciava, che tu non hai potuto udire, ma ti garantisco che ci fosse.
      È vero tu polemizzi parte tua in modo diverso, meno incisivo forse ma più sottile tenendoti sempre con le spalle al muro, dal modo un po' aggressivo con cui lo faccio io; ma sei un istrice, che reagisce immediatamente a pelle appena ti senti provocata e il "mia/tua cara" hic docet. Ma ci hai azzeccato: era una provocazione e l'hai immediatamente captata. Per questo mi sono scusato.
      Psomoi Andrómeoi

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  9. Io l'ho chiamato "torpore indotto" ma credo sia una cosa molto simile.
    Un sorriso, Euridice.

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    1. Una definizione che mi piace molto, la tua.
      "Torpore indotto": sì, proprio interessante.

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  10. Ma Psomo Andromeo ha mai letto l'addio ai monti di Lucia?

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    1. Immagino di sì (credo sia piuttosto colto), ma per sicurezza è meglio chiedere a lui.

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    2. Quando la terra sotto i piedi vacilla ci si attacca alla roccia, ed ecco che rispunta il buon Alessandro. Certo che l'ho letto buon Guisito e me lo sono goduto, ma qui si vuole evidentemente forzare la mano e io non ci sto. Ho espresso la mia opinione, senza astio né voglia di offendere nessuno. È la mia opinione e ne difendo la precarietà in un ambiente dove tutti sanno tutto meglio degli altri.

      PS. leggi bene, buon Guisito: Non mi firmo Psomo Andromeo, bensì Psomoi Andrómeoi. È greco antico, proviene da un verso dell'Odissea di Omero. Parole che pronuncia Odisseo chiuso coi suoi camerati nella grotta di Polifemo, indicando il loro oramai crudele destino, essere cioè divorati dal ciclope. L'espressione significa infatti "brandelli di carne umana".
      Psomoi Andrómeoi

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  11. Esiste la prosa poetica, come dimostra la pagina di Wikipedia in spagnolo. Baudelaire, Rimbaud, Saint John Perse, Dino Campana e più recentemente Mark Strand, hanno scritto capolavori di poesia utilizzando questa forma. Non capisco il problema.

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    1. Nessun problema, Ettore. Non sono così arido dal disconoscere il contenuto poetico di certe prose, che diamine. Ma tu citi prose di Baudelaire, di Rimbaud, di Saint John Perse, Dino Campana fior di poeti e non scrittori qualsiasi. Ma qui c'è chi scomoda l'addio ai monti del Manzoni. Sinceramente paragonare un pezzo classico di autentico spessore lirico ad un bel post, di riflessione non banale ma certamente non eccelso mi sembra un po' troppo. La poesia è sogno, è immaginazione, è fantasia e riflessione insieme ed è uso insolito di certe parole, che nel testo poetico vengono come traslate dal loro solito impiego, come lo "svuota l'anima lasciandola stanca come una cantina vuota", immagine vigorosa e bellissima.
      Io rimango ancorato all'antico ma riesco a commuovermi anche di fronte a "quel luogo di penombre e malinconie te lo porti dentro come un sasso", altra eccellente esposizione di un sentimento poetico appunto.
      Mi sono permesso solamente di rifare il verso a chi crollava in estasi come la statua di Santa Rita del Canova di fronte a questo pezzo, decisamente originale, ma da non mettere accanto a testi sacri come quelli scritti da Rombaud o Baudelaire tanto per citare alcuni di quelli citati da te.
      Naturalmente questa è la mia misera opinione e come tale la trascrivo, senza pretendere di dare alcuna lezione a nessuno.
      Psomoi Andómeoi

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    2. Mi permetto di intervenire solo per far notare a Psomoi Andómeoi che nessuno si è permesso di paragonare il mio miserrimo post alla grandezza di testi molto più rilevanti, profondi e famosi di autori inarrivabili. Il problema è un altro: l'esistenza della "prosa poetica". Psomoi Andómeoi, tu hai affermato che "o è prosa o è poesia". Quindi l'una esclude l'altra. Ebbene: io ed altri ti stiano facendo notare che questo distinguo non è così rigido perché, per l'appunto, la prosa poetica esiste ed ha trovato, nel tempo, autori di enorme rilevanza che ne hanno esaltato la magia e il valore.

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    3. "Non sono così arido dal disconoscere il contenuto poetico di certe prose" scrivevo a Fobo, e non sono così arido da non subire il fascino di certe espressioni contenute nel tuo eccellente e non miserrimo post, che sopra ho pure citate. Io sono abituato a godere la poesia come fantasia e libera creazione dello spirito, come qualcosa che improvvisamente e senza dover motivare un perché sgorga dall'anima e viene intercettata da altre anime. La prosa non ha questa magia, e poi vuol sempre significare qualcosa, magari una sensazione di sconforto o di noia, insomma per me non è poesia, ma in certi casi ha solo affinità con la poesia.
      No, nessuno ha fatto il paragone tra il tuo post e il brano manzoniano, ma questo è stato tirato fuori a dimostrare qualcosa e mi è sembrato improprio.
      Che comunque in questa Italia dove si discute su tutto senza fare nulla, si possa discutere, e in modi così civili senza trascendere, di poesia e non poesia mi sembra una cosa fantastica. Vuol dire che la cultura e l'intelligenza non sono state buttate nel cesso definitivamente. Complimenti a tutti noi, di cuore.
      Psomoi Andrómeoi
      (con il ro tra il delta e l'omicron, tanto per pignoleggiare, ma di certo si tratta di un refuso)

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