30 ottobre 2014

Di paure e altri sgomenti

Ho paura dei cavalli. Forse perché sono grandi o forse perché li conosco poco. La fobia verso gli aghi e le punture, invece, mi viene da qualche terrore infantile mai guarito. Mi spaventa ritrovarmi a guidare dietro un tir che trasporta giganteschi tronchi. E mi viene l'angoscia ogni volta che attraverso un passaggio a livello che potrebbe chiudersi senza rimedio. Le altezze troppo elevate mi fanno venire la nausea e non reggo granché i luoghi affollati e caotici. Vivo profondi turbamenti quando il caldo si fa eccessivo o quando non posso dire no. Eppure tra tutte le paure la più grande rimane la stessa da sempre: più di tutto, temo gli idioti.

[foto by Cutteroz]

22 commenti:

  1. Le vertigini infastidiscono anche me e le provo anche - non ridere - da cavallo. Per gli idioti qualcosa si può fare. Per esempio ho chiuso il blog agli anonimi ;)

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    1. Io non potrei avere le vertigini da cavallo visto che ritengo piuttosto improbabile che riuscirò mai ad andarci, a cavallo.

      Il mio blog, invece, è aperto agli anonimi perché ci sono persone che vogliono scrivere i loro commenti senza essere obbligati ad avere un profilo su blogspot o un profilo Google.
      Anche perché ci sono idioti che non hanno bisogno di celarsi dietro l'anonimato. Sono idioti con un'identità ma pur sempre idioti. Per cui non c'è vero riparo.

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  2. Vediamo con ordine paure che non mi sembrano assurde.
    Cavalli. Se sono grandi possono mettere paura, per un morso, per un calcio. Io avevo paura delle vacche, forse perché mi ha inseguito un toro. Non aveva il navigatore e si è perso. Io stavo su un albero.
    Aghi e punture. Concordo. Mi pungo sempre come un bamboccio qualsiasi e mi ci imbufalisco ogni volta.
    Dietro un TIR non guido mai più del minimo indispensabile, tronchi o non tronchi; ma coi tronchi, lo ammetto, fa più paura.
    Passaggio a livello. Se è incustodito me la faccio sotto. Se invece ha le sbarre alzate, mi avvicino con cautela e poi do gas tutto insieme a tavoletta. Ti consiglio il metodo.
    Altezze elevate. Solo da alpino stato in montagna, ma non era l'Everest. Mi dava fastidio guardare sotto.
    In mezzo alla gente nei supermercati per esempio, appena posso scappo fuori verso la libertà.
    Il caldo mi piace e quando devo dire di no provo un piacere satanico. Un orgia.
    Ovunque il guardo giro vedo idioti: non li temo, so come disinnescarli; ma li tengo alla larga.
    Pablo

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    1. Nessuna paura è veramente assurda perché ha una sua origine e una su forza. Si può controllare e gestire, ovviamente, visto che la ragione può permettere di dominare anche la paura.

      Hai argomentato ognuna delle mie paure, ma non hai detto nulla delle tue.

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    2. Ho paura di non essere amato per quello che valgo, poco o molto non importa, ma qualcosa valgo.
      Ho paura di essere tradito dalle persone che stimo e cui più tengo.
      Ho paura di non farcela a realizzare i miei sogni.
      Ho paura di morire.
      Pablo

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    3. Le tue paure sono molto "egocentriche", diciamo così.
      Prevedono sempre te stesso. Te stesso rispetto agli altri.

      Forse è tipicamente maschile.

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    4. Bella questa! Le paure sono tutte egocentriche, al maschile e al femminile, perché riguardano noi stessi. Io non ho paura che qualcun altro possa rompersi una gamba, in quel caso sarebbe partecipare al dolore altrui. Ma se ho paura di rompermela io, quella è paura. Non ti pare?
      Pablo

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    5. Non esattamente.
      Io ho paura dei cavalli.
      Tu hai paura di non essere amato.
      Sono paure molto, molto diverse.
      E' chiaro che ogni paura è propria di chi la prova, ma il mio discorso sottolinea una sfumatura diversa.

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    6. Non sfumerò proprio niente altrimenti mi dai del petulante, anzi peggio, dell'ossessivo. Ma non ti è venuto in mente che la paura dei cavalli potrebbe esserti venuta, che so io, per quella volta che da piccola un cavallo è fuggito dal recinto e ti è passato vicino; oppure qualcuno che ti ha messo in groppa a un cavallo, che non ha gradito e si è mosso veloce. Voglio dire, una causa ci sarà stata, no?
      Allora non potrebbe essere che io da piccolo mi sia sentito trascurato dai miei genitori, oppure semplicemente abbia dovuto sopportare paragoni impropri tra me e i miei fratelli?
      Come vedi le sfumature in fondo si assomigliano tutte, perché sfumano quasi tutte verso la periferia, partendo da un tono intenso centrale. Sono stato asfissiante? Non mi pare, ho chiarito il mio pensiero.
      Pablo

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    7. Probabilmente stai facendo già il petulante.
      Guarda facciamo così: hai perfettamente ragione. Quello che dici è tutto giusto. Tutto perfetto.

      Le mie "sfumature" non esistono neppure.

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    8. Petulante è chi chiede e insiste in modo fastidioso e importuno. Io non ho chiesto nulla, a nessuno. Non mi pare di essere stato fastidioso in questo frangente. Ti ho importunata? Mi dispiace e me ne scuso. Guarda però che la ragione si dà ai fessi e io fesso non sono.
      Pablo

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  3. nonostante la chiusa minacciosa provo a lasciare un commento idiota: per aghi e punture con i bambini usiamo bolle di sapone, musiche, giochi, nasi rossi, una distrazione (ma al bambino è stato detto che cosa subirà) che spesso funziona. forse servirebbe anche a te.
    ml

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    1. Dici che per superare la paura delle punture o degli aghi, più in generale, dovrei distrarmi con giochi, musica o nasi rossi?
      Secondo me, nel mio caso, non funzionerebbero granché...

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  4. Sghignazzo per gli idioti, a quanto pare ce ne sono tanti...

    Secondo me è saggio riconoscere le proprie paure, forse dare un nome alla propria paura aiuta a convivere più serenamente con "i mostri" dell'anima e della mente.
    La mia? Dolore e malattia. E devo convivere con la malattia - manco fosse un matrimonio: finché morte non ci separi!

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    1. La tua paura credo sia la paura di tanti. O di tutti, addirittura.
      La convivenza con la malattia probabilmente è ancora più eroica della convivenza con le proprie paure.

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  5. Sapessi quante volte mi sento un idiota!

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  6. Le paure sono tutte dentro di noi, credo fin dall'utero materno. Provo a immaginare i rumori gastro-intestinali che effetto possano avere nel feto ignaro che non può muoversi di lì, non può fuggire. Poi ci sono le paure di nostra madre, trasmesse nei primi anni dato che i piccoli stanno sempre vicini alle mamme e ne respirano la stessa aria. Poi ci sono le paure che ci inventiamo noi inconsciamente forse per metterci alla prova, non so.
    Poi le angosce quotidiane del non so se ce la faccio e non credo che ce la farò.
    Non è piacevole ammetterlo, ma siamo pieni di paure, le nostre e quelle degli altri che dobbiamo anche noi subire.
    La mia più grande paura? Non essere sufficientemente intelligente per capire quello che devo fare al meglio. Apparire un idiota. Anche chi non lo è può invece apparirlo, il mondo è pieno di trabocchetti.
    Psomoi Andròmeoi

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    1. La paura, ho scritto da qualche parte, serve a dare una misura. Pone dei limiti, ci porta esattamente alla dimensione che siamo. In sostanza: ci fa umani.

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  7. Anch'io li temo. Non mi fanno arrabbiare, non mi danno fastidio: mi fanno proprio paura, esattamente.

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    1. Sì, fanno paura anche a me.
      Soprattutto quando detengono una qualche forma di potere. Anche minuscola.

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    2. Quando detengono una qualche forma di potere, come la mia vicina: insegna lettere in una scuola media ed è totalmente, definitivamente e irrimediabilmente idiota! E mi fa paura perché ha per le mani ragazzini in un'età delicata.

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