24 settembre 2014

I minuscoli suoni degli alberi

Mi manca salire fino alla quercia. Mi manca sentire il fiato che si spezza e quel silenzio di cielo e rami che ho percorso tante volte. Ora che l'autunno si prenderà il suo spazio, so già che il bosco darà il meglio di sé. Una decadenza che si fa tripudio lancinante di odori umidi e tinte d'oro e di rame. Mescolanza di nostalgie e desiderio di una stasi che serve. Mi manca quel sentire d'uva, more e mele cotogne. Oltre al saluto appena accennato del vecchio con gli occhi lacrimosi che prepara la vendemmia e si incammina lento verso il suo casolare. Mi mancano i minuscoli suoni degli alberi e i loro immensi abbracci.

[foto by mia_euridice]

24 commenti:

  1. Fantastico l'autunno. E tu l'hai descritto alla perfezione.

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  2. irrinunciabili, per tanti motivi, quelle decadenze...

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  3. Ho ancora in testa il fruscio dei pini d'Aleppo e l'odore di resina e sudore dei sentieri minorchini... manca tutto ma la memoria è vivace custode.. ;)

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    1. Meravigliose sensazioni.
      Che la memoria custodisce e mantiene vive.

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  4. Beata te che puoi sentire il fiato che si spezza e il silenzio tra cielo e rami; annusare gli odori umidi e guardare le piante tingersi d'oro e di rame. Vuol dire che sei in grado di isolare quel che di buono ci dà la vita dal contesto di monotone schifezze quotidiane.
    Vivi serena: gli alberi continueranno ad inviarti i loro minuscoli suoni e ti reiteranno gli abbracci.
    Pablo

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    1. In verità ho detto che mi mancano tutte quelle cose. Mi mancano perché da quando vivo dove vivo non riesco più a sentirle e vederle. E la mia nostalgia si mescola a quella della stagione.

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    2. Non ti mancano spiritualmente visto che ne descrivi così bene le sensazioni che ne trai. E la nostalgia ne acuisce ancor più la mancanza fisica.
      Pablo

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    3. Spiritualmente non possono mancarmi.

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  5. voglia di un autunno che non somigli all'estate...
    belle parole le tue

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    1. L'estate di quest'anno è stata simile all'autunno.
      Ma l'autunno, per me, vale ben più di qualsiasi estate.

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  6. Ci sono le stagioni del sole e quelle della nostra vita. Forse ci si accorge di questo solo quando arriva contemporaneamente l'autunno del sole e quello della vita.

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  7. Ricordo che da piccolo mi arrampicavo sugli alberi e mi piaceva volare di ramo in ramo; era il gioco che più mi entusiasmava. Preferivo un gelso, perché aveva dei rami molto lisci che mi permettevano di fare delle acrobazie senza rovinarmi le mani. Mi arrampicavo e saltavo su e giù; c’era un attimo in cui la mano destra si fidava della sinistra ed io volavo, sentivo i muscoli elastici, la presa forte, ed era come camminare sulle mani e potevo guardare gli altri sotto di me e sentirmi più forte di loro. Avevo come l’impressione che in quel momento l’albero giocasse con me: un albero per amico.

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  8. "una decadenza che si fa tripudio" definizione che apprezzo molto.
    ml

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  9. A pochi metri da casa mia c'è l'amata Grande Quercia.
    Talvolta le parlo, le porto la mia urina come omaggio, la guardo bella, dalla finestra, tutti i giorni.
    Quella Grande Quercia è una delle cose meravigliose che mi tiene in quell'angolo rurale lontano dalla città, comprensivo dei contro che questa scelta comporta.

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    1. Quando abitavo con i miei facevo una lunga e faticosa salita per arrivare fino alla Quercia. E' un albero enorme, ha circa 800 anni. Un monumento. Per una sorta di enorme sorella.

      E non sai quanto mi manca.

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