29 aprile 2014

Le montagne non sanno ridere né i vermi cantare

Vivo perché le montagne non sanno ridere né i vermi cantare
Emil Cioran

Non mi resta che l'assurdo. Quasi. Perché il resto si fa vapore e non mi illude abbastanza (poiché anche illudersi pare un lusso, adesso). C'è troppa ragione e una diffidenza che strozza. Vorrei destrutturare le fondamenta, persino disperarmi col solo gusto del caos a rifarmi il palato. Non c'è un'idea che principia e non vedo finalità degne di questo nome. Fingendo consistenze potrei ritrovarmi a capo di me. Cosa o chi mi seduce? Forse un eroismo che manca, un'incoscienza che grida disperata senza voce e a cuore aperto. Diventerei pietra se servisse. Pur di sentir ridere le montagne e i vermi cantare.

[foto by crilleb50]

9 commenti:

  1. E’ vero, è un post molto intimo. L’assurdo fa parte del nostro tempo, in cui sono tramontate le illusioni. E’ un discorso che già Leopardi aveva affrontato, tanto che Adelphi ha intitolato “La strage delle illusioni”, un insieme di scritti tratti da “Lo Zibaldone”. Quando mi capitano momenti così, mi rincuora ripetermi proprio i versi, i tremendi versi di “A se stesso” di Leopardi, che ho imparato a memoria: “Or poserai per sempre, stanco mio cor …” Con la straordinaria conclusione ”e l’infinita vanità del tutto”. Dopo, sto meglio. E’ un paradosso ma anche Cioran mi ha fatto sempre lo stesso effetto corroborante.

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    1. Decisamente intimo, Ettore.
      L'assurdo sembra solo un'autentica alternativa, paradossalmente. Quando ciò che è vero, concreto, razionale e pensato non basta o non serve a farmi sentire viva, non posso che aspirare all'assurdo. Nel regno delle illusioni, probabilmente, potrei trovare le "seduzioni" e le "passioni" che potrebbero farmi sentire più viva di come mi senta in questo momento.

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  2. a me nemmeno le illusioni illudono più...

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  3. Il post è intimo ma l'incipit di Cioran è una sciocchezza di tendenza, non ha nessun valore. Molto più utile discutere dell'ignoranza sulla storia recente e passata, pelosa e ubiquitariamente diffusa. lasciando perdere Berlusconi che ormai non esiste più. Bel blog, a prima lettura

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    1. L'incipit di Cioran è l'origine del mio post per cui non è affatto una sciocchezza di tendenza. E' estrapolato da un brano ben più complesso e profondo di quanto possa apparire questa sola frase.
      Un brano in cui ho riconosciuto le mie sensazioni esistenziali attuali.

      L'ignoranza della storia recente è un'amnesia che, spesso, si fa voragine. Intollerabile, secondo me. E di B. non mi preoccupo più di tanto ormai: è un fantasma che non si rassegna ad esserlo.

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