20 gennaio 2014

Aspirante demiurgo

Devasto e stravolgo. Sradico, strappo e faccio a pezzi. Prendo a morsi, calpesto e brucio. Abbatto, stermino e rovino. Devo distruggere per il solo indispensabile gusto di ricostruire. Devo annientare per rigenerare. Non c'è scampo. E lo faccio quando il creato non mi basta o non mi piace più. I brandelli di carne e fumo e pezzi d'anima me li ritrovo intorno. Spaventosamente perfetti. Ecco, ora si può ripartire. Lo zero è una sensazione che estasia pur togliendo energie e fiato. Ora non si può che ri-creare in un silenzio che sazia e non vacilla. Ritorno all'embrione di ciò che sarò.

[foto by beyzayildirim77]

20 commenti:

  1. una domanda.
    in questi giorni sei 'scossa' di tuo... o ti sei fatta prendere dagli eventi?
    ^_^
    (attenta che se passano di qui i pupi ti 'fregano' la definizione)
    comunque, in ogni caso, vedi se riesci a fare qualcosa che li fermi!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Quali eventi?
      Sono scossa di mio. E niente di tellurico.

      E chi sarebbero i pupi?

      Elimina
  2. Nelle teologia indù (specie in quella dell'induismo tantrico), il ruolo di Kali è quello della dea distruttrice, colei che opera la distruzione che ricrre il vuoto, in cui torna a germogliare la vita, colei che opera una mutazione così radicale che porta al dissolvimento del tutto.
    Tua Euridice, tu diresti, la dea dello zero estasiante.
    Morire per tornare a vivere.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Kali mi sembra interessante.
      Non si può tornare a vivere se non si muore prima. Almeno una volta!

      Elimina
  3. Se questa fosse una poesia, come la maggior parte dei tuoi post -già detto un paio di volte- ti direi quello che tu hai detto a me un paio di volte: troppe parole, troppo retorica, sai scrivere cose moooolto migliori. Ma non è una poesia. Cosa è? Un digrignar di denti o forse, meglio, un arrotar di denti per il prossimo morsicamento, Si sente si sente che qualcosa ti bolle e ribolle dentro; il coperchio della pentola si alza e si abbassa lasciando fuoriuscire vapore e liquido del minestrone ormai arrivato a cottura. Tra un po' sto coperchio salta e il minestrone inonderà il piano cottura.....
    Mamma mia, si salvi chi può......
    Rido, naturalmente.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' un post. Non è poesia. I post sono post.
      Qualcosa bolle e ribolle da un po', come sai.
      Non so di preciso cosa ne verrà fuori, ma dal caos si genera (quasi) sempre qualcosa di buono.

      Elimina
    2. Mi riferisco anche alla risposta data a UUIC: solo chi muore può rinascere; solo chi cade può risorgere; solo dal caos nasce il big bang; solo dalle schifezze più infime si può passare a qualcosa di migliore.
      Ci siamo? O almeno ci siamo vicini?

      Elimina
    3. Io sono Euridice che, notoriamente, è morta due volte, come dice il sottotitolo del mio blog.
      Me ne intendo di morti e rinascite. Non è un caso che qui mi chiami Euridice.

      Elimina
    4. Vero, me ne stavo dimenticando, ma ricordo il mito e l'errore di Orfeo. Ma una guardata rapidissima gliel'avrei data anche io, come a dire vediamo se non mi abbiano dato un bidone e che mi trovi una vecchia racchia e sdentata una volta fuori di qui...

      Elimina
    5. Se Orfeo non fosse stato tanto idiota, quella povera Euridice sarebbe tornata tra i vivi. Invece no. E qui si torna al discorso relativo alla stupidità maschile!

      Elimina
    6. Ahia! Qualsiasi occasione è buona insomma per ritornare al discorso dell'imbecillità maschile e siccome ho testè detto che un'occhiata ad Euridice l'avrei data anche io per precauzione, sta a guardare che sta imbecillità riguarda pure me, malgrado i tuoi pietosi distinguo.
      E va bene, siamo tutti trogloditi, anzi dobbiamo ancora svilupparci come tali, siamo poco più che amebe, mettiamoci il cuore in pace.
      Meno male che siamo ancora utili a procreare, altre amebe come noi, ma anche altri esseri superiori come te.
      Naturalmente sorrido....

      Elimina
    7. Questa è stata un'occasione molto intrigante. Sì.
      Del discorso legato al fatto che ai maschi manchino ancora un paio di gradivi evolutivi per essere delle creature complete, ne abbiamo già parlato e, telefonicamente, ti ho anche spiegato qual è il mio punto di vista.
      Anche tu appartieni al genere per cui non fai eccezione. Su, non prendertela.

      Elimina
    8. Non mi piace stare in gruppo, appena posso allungo e me ne vado, questo lo sai bene. Sono un solista, un unicum se preferisci che dica esattamente quel che penso, un unicum comunque, nel bene e nel male.
      Ma nemmeno tu scherzi.

      Elimina
    9. Anche se a te non piace stare in gruppo, hai confermato in più di un'occasione di essere assolutamente identico a tutti gli altri.
      Proprio come Orfeo che non è riuscito a non guardare dietro di sé.

      Elimina
    10. Tosta eh, da brava marsicana! E vabbè sono come gli altri, una testa due gambe e due braccia. Cervello assente.
      Questione di punti di vista. In fin dei conti Dio, Jahwe, Allah sono tutti maschi, non siamo in pessima compagnia.
      Non ti pare?
      :-DD

      Elimina
    11. Dio non ha sesso.
      Forse ha un genere, ma è quello che gli uomini gli hanno dato per comodità e convenzione. Dovevano a tutti costi dargliene uno per farselo somigliare.

      Elimina
    12. Ringraziami per l'assist, che ti ho fatto perché ero straconvinto che questa sarebbe stata la risposta. Quel "per farselo somigliare" è il non plus ultra della miaeuridicità.

      Elimina
  4. Mi piace moltissimo questo pensiero.
    Sì, distruggere significa poi rinascere dalle macerie. La ricostruzione produce lavoro in tutti i sensi. Dà nuovi slanci e nuovi motivi, nuove cose da fare.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, la distruzione precede un rinnovamento. Si passa attraverso un momento di annientamento e di dolore, ma dopo non si può che andare oltre.

      Elimina