11 novembre 2013

Svapora lentamente ciò che c'era

Svapora lentamente ciò che c'era. E non esiste soluzione, è evidentente. Alcune appartenenze si disfano come humus: si lasciano assorbire dal tempo e da una gemetria di distanze impossibile da decifrare o sciogliere. La fragilità sottrae spazio alla forza e tra le ciglia non restano che schegge sbiadite di certi ricordi e il gusto aspro di un abbraccio dato e poi perso. Si muore in continuazione anche se si è perfettamente vivi. Chi vive, però, lo fa altrove e per qualche altra ragione. Dentro di me sono morte centinaia di persone. O forse, ad un certo punto, ho solo scelto di lasciarle andare.

[foto by EltonFernandes]

8 commenti:

  1. ops, torno sul blog dopo un po' di assenza e ti trovo stragista?
    :)
    un saluto A.

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    1. In effetti è un po' che non ti facevi vedere, antopo!
      No, non sono stragista... figurati...

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  2. Ritorno anche io con immenso piacere. Mi sei mancata.
    Buon pomeriggio Euridice.

    Un abbraccio.

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    1. E' il post dei ritorni questo!
      E pensare che parla dell'esatto opposto...

      Divertente no?

      Ben tornato Veil.

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  3. bello, però non sono completamente concorde.
    nulla si crea nulla si distrugge, tutto si trasforma
    anche nei rapporti umani.
    l'acqua che "svapora" (bello, meglio del più banale evapora) torna nel ciclo della vita.

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    1. Probabilmente hai ragione.
      Forse ci limitiamo a riciclare o a destinare ad altro "uso" un po' tutto.
      Solo forme di vita alternative!

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    1. Non proprio la fine.
      Solo un'altra cosa... non più mia, però.

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