7 ottobre 2013

Ma al cinema non si andava per vedere un film?

Di recente, ogni volta che vado al cinema, ne esco rabbiosa. Perché continuo a non capire cosa abbiano in testa certi tizi. Mangiano e bevono rumorosamente e di tutto, parlano allegramente del film e dei fatti loro come fossero sul divano di casa, rimangono legati al loro cellulare che, come ho già scritto, è divenuto un'essenziale appendice corporea. Neanche stavolta è cambiato qualcosa. La stranezza è che una fila di ragazzini da cui mi aspettavo il peggio sono stati civilissimi mentre un papà adulto, poco distante da me, ha continuato a fare il suo show al cellulare per tutto il tempo. Ma al cinema non si andava per vedere un film?

[foto by TiaDanko]

28 commenti:

  1. Bèh, mica sempre. Ai miei ruggenti tempi le ultime file della galleria erano occupate da coppiette che pomiciavano e del film nemmeno sentivano l'accompagnamento musicale. Naturalmente parlo della proiezione diurna, la prima possibilmente, quella delle 15 e se il film era buono ci si tornava alla sera cogli amici.
    Era carino dai! Si aspettava con ansia che arrivasse la ragazza e appena appariva in fondo alla strada già sapevi come sarebbe andata a finire. Allora le ragazze indossavano solamente la gonna. Se vedevi che aveva una gonna larga, magari plissettata, allora era tutta vita. Se invece indossava una gonna attillata ti giravano subito i maroni. Ma ognuno di noi maschietti aveva le sue tecniche....
    Era bello, credimi. Oggi non succede più, vanno in macchina o in hotel e lei si spoglia subito...

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    1. Non so se fosse bello. Ma se lo dici tu, credo fosse bello davvero.
      Oggi non succede più. O forse succede molto frequentemente visto che le persone riescono a ricavarsi la propria intimità in diverse altre occasioni e non la cinema. E, forse, alla fine, non è detto che sia un male. Nostalgia a parte!

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    2. Era bello perché me le ricordo con nostalgia e perché non avevo ancora nemmeno venti anni, ecco perché. Viste oggi hanno del romantico e dell'avventuroso, eravamo come dei pionieri. Pensa alla fatica che si faceva per convincere la ragazza a marinare la scuola il giorno dopo e poi si fregava la vespa al fratellone e via per la campagna...
      Pensa al casino che succedeva dopo quando si rientrava a casa e il fratellone ti voleva fare i bozzi perché aveva dovuto prendere l'autobus....
      No, non denunciava il furto ai CC, perché io gli lasciavo sempre un biglietto fraterno, tipo "scusami sai, ma avevo un impegno urgente e inderogabile".
      Sto sganasciandomi dalle risate.

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    3. Ops, dimenticavo: fai i complimenti al tuo romanista. Hanno una squadra tosta, fortunata e cinica, gli ingredienti per andare lontano nella vita e nel campionato di calcio. Complimenti anche a te, juventina, e grazie per averci tenuti sotto i cuginastri e avere fatto venire un travaso di bile a Galliani.
      Comunque finalmente sei diventata umana perché hai un difetto: la tua juventinità......:)))

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    4. E' evidente che quei tempi ti riempiono di nostalgia. Però sono bei ricordi e vanno benissimo così.

      In merito al calcio: lui è stato felicissimo il sabato, io felicissima la domenica. Difetti a parte!

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  2. quelli che fanno i commenti ad alta voce, non li sopporto! Buona settimana e ti aspetto da me.

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    1. Onestamente credo che quelli che fanno commenti ad alta voce sono meno incivili di chi, come è accaduto ieri, risponde e telefona come se nulla fosse intrattenendo conversazioni nel bel mezzo dello spettacolo. Senza contare quel bagliore continuo che proveniva dal display del cellulare che, nel buio della sala, sa divenire veramente fastidioso.

      Mi chiedo perché da noi non si possano realizzare sale cinematografiche "schermate" all'interno delle quali i cellulari non funzionano neppure, come fanno in diversi altri Paesi (più civili) del mondo.

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  3. Ciao Mia ti stupisci? Sai che è successo anche che un paziente con la bocca aperta, e le pinze in bocca mi abbia detto : scusi ho il cellulare nella borsa , me lo può prendere che sta suonando? (suonava anche con un motivetto insopportabile )Buona serata!

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    1. No, non mi stupisco. Anche perché ogni volta che vado al cinema mi tocca litigare con qualcuno.

      Domanda: e tu il cellulare glielo hai preso al tuo paziente?

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  4. resto sempre perplesso sulla necessità di mangiare o bere durante un film, cosa che trovo irritante in se. per il resto credo ci sia una questione di abitudini ed educazione puntualmente disattese sull'uso/abuso del cellulare e sul parlare a voce alta (succede anche a teatro, nelle biblioteche e nei ristoranti)
    pare che alcuni non riescano a godersi la vita se non comunicano perennemente con il loro prossimo sms, social, etc ...
    temo sia un sintomo di vuoto mentale cosmico, insicureza e non saprei che altro, forse anche cafonaggine ma è una mia percezione conseguente.

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    1. Cafonaggine in primis, immagino. Anche perché quando gli fai notare, con una certa aria scocciata, che i telefonini al cinema si spengono, ti guardano come se avessi detto la più grande delle scemenze. E a te viene solo voglia di prendere il cellulare e farglielo ingoiare, una volta per tutte.

      Sull'esigenza di comunicare sempre e comunque anche quando non è il luogo né il momento adatto è purtroppo un "vizio" che hanno in tanti. Diciamo in troppi.

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  5. Se non fossi un cagasotto andrei a dirgliene io quattro, e invece sto zitto, anche perché se ci litigo mi sale una rabbia che il film non me lo godo più, quindi mi giro e lo guardo per un po' per vedere se capisce, altrimenti cambio posto e cerco di non pensarci, a volte mi pento perché ripensandoci la conversazione che stava intrattenendo era più interessante della baggianata di film che veniva proiettata.

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    1. Io, invece, non sto zitta per niente. E litigo con questi soggetti in continuazione. A volte perché continuano a parlare, a volte perché continuano a messaggiare o telefonare, a volte perché si comportano da perfetti cafoni. Altroché. Divento una iena. E non mi importa granché di quello che pensano.

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    2. a volte mi pento perché ripensandoci la conversazione che stava intrattenendo era più interessante della baggianata di film che veniva proiettata.
      ahahahahaha
      Euri non trovi che Angelo sia troppo simpatico?

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    3. Allora cercherò di esserlo un po' meno. :)

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    4. perché poi si sparge la voce e nessuno mi prende più sul serio, nemmeno il tizio del cinema che parla al cellulare
      Io - scusi, siamo al cinema, potrebbe spegnere quell'affare?
      Lui - Ahahahha, me l'avevano detto che facevi schiattare dalle risate.

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    5. Mi sembra una ragione ragionevole.

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  6. Come scrivevo raccontando la mia visione di "Amour" di Haneke, capita anche di incontrare spettatori molto didascalici, solitamente coppie. Il protagonista entra in casa? E lei: "E' entrato in casa". La moglie del protagonista si ammala? E lui: "Si è ammalata". Io ho un sesto nel ritrovarmeli al cinema dietro la mia poltrona.

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    1. E' che loro ti seguono fin da quando esci di casa. Aspettano che tu vada al cinema e comprano biglietti esattamente dietro la tua poltrona. Non ho dubbi!

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  7. Anch'io l'ho affermato più volte che quella del telefonino è una malattia sociale. L'ho chiamata I-phonite. La sintomatologia consiste in esclusione dell'individuo dalla realtà, isolamento dalla società umana e soprattutto cretinismo. Ti giuro che ho visto ragazzi attraversare la strada con la testa abbassata sul telefonino, roba da matti. E in metrò sembrano tutti alieni lobotomizzati. Che generazione malata, santapace!

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    1. I-phonite? Divertente...
      E' che col telefonino, oramai, si fa quasi di tutto. E si telefona poco, tutto sommato.

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  8. Qualche post fa si parlava di Homo Tecnoglionitus. Hanno permesso a quattro gadgets del cazzo di cambiare le loro vite. Il problema è che cambiano anche le nostre, devastandoci i coyotes in ogni dove.

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  9. Il tuo post spiega perché non vado (quasi) più al cinema.
    Già i beceri imbecilli rompono gli zebedei "a gratis", dunque perché anche pagare il biglietto del cinema per farseli rompere (senza, peraltro, vedersi un film come si deve!).

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    1. E' una considerazione che faccio anche io. Seppur con parole leggermente diverse. Il concetto resta identico, però!

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