26 settembre 2013

L'intelligenza usata male

Ma l'intelligenza usata male rimane sempre intelligenza? Mescolare malignità, prepotenza, scorrettezza, arroganza ed insolenza ad una presenza di spirito e ad una indiscutibile preparazione è, per me, una sorta di talento rovesciato. E quindi non è più un talento, giusto? Perché quelle ragioni che potrebbero partorire qualcosa di costruttivo vengono mortificate fin dentro le radici da una materia che intelligenza non può più essere. E allora: dove finisce l'ingegno e dove inizia l'idiozia? I limiti sono impalpabili, evidentemente. Me ne rendo conto tutte le volte in cui sono costretta a sbatterci contro.

[foto by anjamillen]

34 commenti:

  1. Mi sono posta anch'io molte volte questa domanda, io credo che un'intelligenza inquinata da prepotenza, arroganza, malignità, e scorrettezza, non sia un'intelligenza completa. L'intelligente, secondo me sapere riconoscere i suoi difetti e liberarsene.Buona giornata Brunella

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    1. Temo anche io che un'intelligenza inquinata da atteggiamenti del genere di cui parli non sia un'intelligenza completa. E' mutilata, infatti.

      Serena giornata a te, Brunella.

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  2. Buona la trovata di Brunella, ma non concordo. Io convivo da una vita insieme con la mia genialità e tutti i miei difetti che corrispondono in abbondanza a quelli che hai elecato tu, Euri, aggiungendovi in casi eccezionali una buona dose di sfacciata maleducazione nell'affrontare il prossimo e un malcelato compiacimento nel vedere che il mio comportamento faccia male.
    Dovrei liberarmi di questa parte di me? E perché se è parte di me? E qualora lo facessi sarei per questo più intelligente? E se non lo facessi sarei un idiota? Questo tipo di argomentazione e di divisione tra guelfi bianchi e neri non mi si addice. Resto come sono, perché mi piace di essere così.
    Chi mi vuol bene mi segua e chi non mi vuol bene mi molli.
    Per rispondere al tuo quesito iniziale, Euri: sì, rimane sempre intelligenza, usata male ma intelligenza. Non siamo ghibellini e soprattutto non ghibellin fuggiaschi.

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    1. Non so se tu sia capace di liberarti di tale parte di te, né se sia necessario farlo. Un quadrato non può morire tondo, si dice dalle mie parti. E tu non fai eccezione.
      Vorrei solo farti riflettere sul fatto che la tua intelligenza (genialità?) viene regolarmente avvilita dai tuoi confessati brutti comportamenti. E nulla contro i guelfi né contro i ghibellini, non è il tempo né il luogo.

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    2. La mia intelligenza (genialità?) viene continuamente avvilita dai miei confessati brutti comportamenti, ma anche esaltata dalla molteplici virtù che io per pudore non cito mai. Io metto avanti sempre e solamente le mie debolezze; sono gli altri che devono accorgersi ad esempio della mia infinita -troppa- bontà d'animo.
      Questo è detto senza malizia, credimi, né voglia di polemizzare, solo per aggiungere una postilla.

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    3. A proposito di "genialità": io preferisco chiamarla così perché sono acutissimo in alcune cose e completamente amorfo e disinteressato in cento altre. Dato che ritengo che l'intelligenza sia una componente di vari fattori, più o meno complentari, chiamo la mia genialità, in senso buono e che nessuno se ne adonti per carità.
      Hai presente una partita a scacchi di un certo livello? Io sono paragonabile al giocatore che, col nero e quindi lo svantaggio del tratto, fa aperture geniali, mettendo in viva difficoltà il suo avversario. Lo stesso giocatore col nero che, qualora avesse da giocare un finale con un pezzo in meno riuscirebbe a strappare almeno una patta, essendo capace anche di dare matto al bianco.
      Quello che mi manca assolutamente è la parte centrale della partita, dove, per noia, per disinteresse e forse anche -o soprattutto- per mancanza di cognizioni profonde di tecnica, lascia all'avversario anche la partita.
      Così mi vedo io.

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  3. il genio del male ... è sempre intelligenza.
    l'uso che se ne fa (bene o male) è una valutazione spesso soggettiva.

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    1. Penso che ci siano pessimi usi di intelligenza e che siano usi oggettivamente pessimi.

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  4. mi verrebbe da risponderti come sull'altro tuo post

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    1. Ho riletto quel commento. In effetti il confine è spesso labile tanto riuscire a rendere difficile la distinzione tra intelligenti e idioti.

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    1. Non so se sia sufficiente.
      A volte è furbizia, certo. A volte malizia, a volte prepotenza, a volte...

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  6. la maggior parte dei serial killer sono intelligenti, magari anche di un'intelligenza superiore alla media, altrimenti non si chiamerebbero serial ;)

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    1. non era una battuta, era il mio parere: intendevo dire che secondo me l'intelligenza è una dote neutra, e che può essere buona (vaccino) o malvagia (bomba h)

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    2. Scusami, allora.
      L'avevo interpretata male...

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  7. L'intelligenza cattiva è stupidità perché finirà prima o poi col ritorcersi contro. Il furbo finisce spesso col farsi male.

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    1. E' che quel prima diventa troppo spesso poi. E ho la sensazione che la "sfanghino" sempre.

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  8. Alla cortese attenzione del Sign. Vincenzo Iacopone: "INFORMAZIONI SU DI ME:" (sul suo blog)....Musica preferita
    Classica, operistica, Beatols .... Temo che l' acuta EURIDICE si sia accorta dello sbaglio, ma non infierisce per carita' cristiana, o per civettuolo piacere di essere continuamente corteggiata dal sopracitato umano alto 1,81 che disdegna i bassotti, e fors'anche le bassotte?.........una bassotta che contempla IACOPONE DA TODI...

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    1. Onestamente non avevo mai neppure fatto caso ai dettagli del profilo di Vincenzo. Il fatto che abbia scritto Beatols e non Beatles potrebbe essere una battuta.
      E non sapevo neppure che Vincenzo disdegnasse le bassotte. Avrà le sue ragioni per farlo.

      Iacopone da Todi è stato un personaggio rilevante. Ho visitato la sua tomba, quando sono stata a Todi. E mi sono persino commossa un po'.

      Per il resto, credo che risponderà Vincenzo. D'altro canto questo commento è stato rivolto a lui e la mia è una intromissione estemporanea.

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    2. Anonimo. L'ultimo tuo intervento mi era sembrato troppo tenero, adesso ritrovo il rompicoglioni di sempre. Bene, alla pari Anonimo.
      Non conosco l'inglese e non me ne frega niente: parlo l'italiano come te e forse meglio, il tedesco, il francese, lo spagnolo e capisco un buon 50% di turco, sì di turco Anonimo, perché qui in Germania abitano sette milioni di turchi.
      Io non corteggio come un babbeo qualsiasi la tua ex, io l'mmiro e l'apprezzo per la sua acutezza e la sua intelligenza, e mi compiaccio del fatto che mi annoveri tra i suoi amici.
      Io ero 1,81 (è un delitto? Avrei dovuto essere un papero come te oppure un gigante come mio figlio? che battuta del controcavolo); adesso sarò 1,77 al massimo.
      Le bassotte? I culi bassi vorresti dire? Dipende dal culo, Anonimo, e dalla bassotta: c'è bassotta e bassotta e c'è Anonimo e Anonimo.
      A me è capitato quello stronzo.
      IACOPONE DA TODI!!!!!
      Ma quanto sei originale! È dalla prima classe delle medie che mi sento apostrofare così. Non me ne sono mai adontato, tanto più che "Iacopone da Todi è stato un personaggio rilevante", dice la tua ex, che si è commossa sulla sua tomba.
      Forse potrebbe commuoversi anche sulla mia, ma credo proprio che non verrebbe sulla tua. A fare cosa?

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  9. Dici giusto Vincenzo: c’è anonimo e anonimo. Il mio nome è Jean Claude e d’ora in poi, se scriverò un commento lo firmerò. Cosicché non capiteranno più di questi equivoci.
    Ossia: non ho scritto io quel commento che ha scatenato la tua ira.
    Certo che sei impulsivo! Sarebbe bastato leggere meglio lo scritto di Anonimo per capire che non ero io, soprattutto per ciò che concerne la punteggiatura e qualche accento.
    Devo, però, ammettere che sono stato, sotto alcuni aspetti, d’accordo con lui. Avevo sostenuto, infatti, che vi fosse stata da parte di Euridice una certa tolleranza nei tuoi riguardi. Trovavo i tuoi commenti sempre un po’ sopra le righe e, a volte, un po’ sgrammaticati. Mi faceva specie che da parte di una purista come Euridice non ti fosse mosso alcun rimprovero. Furono proprio questi aspetti a muovere le mie critiche nei tuoi confronti. Ora, però, devo ammettere che questo argomento non ha più alcuna importanza per me, anzi mi rimprovero addirittura di aver mosso quei rilievi piuttosto superflui. Ti prego in futuro, prima di prendertela col sottoscritto, di essere certo che sia io ad aver scritto il commento. Capisco che non firmandomi abbia facilitato la caduta nell’equivoco. Mi prendo la mia parte di colpa.
    Saluti, Jean Claude.

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    1. Sono contento vivaddio di constatare che ci sia anonimo e anonimo e che tu sia quello dell'altra volta, quello ben educato, ma questo è il prezzo che si deve pagare all'anonimato: non si sa mai on chi hai a che fare.
      Bene, anzi benissimo, tu sei l'originale, quello col quale, a dire di Euridice, potrei diventare amico. Ti chiami Jean Claude. Ti chiami Jean Claude? E lo dici così, con tanta indifferenza? Ma se io mi chiamassi Jean Claude non solo metterei firme dappertutto, ma indosserei quotidianamente magliette con su scritto "io mi chiamo Jean Claude". È bellissimo!
      Sì, sono impulsivo e ho risposto al volo, come si dice e non ho curato di osservare troppo la punteggiatura e qualche accento, ma sai, ho pensato che anche i puristi come te se si incavolano scrivono di getto alla come viene viene e ti saluto.
      E qui mi fermo, perché tu fai riferimento a presunti miei errori grammaticali. Non credo di poter essere d'accordo, con tutta la mia buon volontà. Certo è che io non rileggo mai -perché mi annoia- ciò che scrivo e batto l'invio, ma io non faccio più errori grammaticali in italiano dalla seconda elementare. Sono un fissato della sintassi. La grammatica nemmeno la curo tanto so di esserne padrone, a parte un "qual'è" che mi è sfuggito, immediatamente redarguito dalla purista che ben conosci. Era un refuso, una battuta sfuggita, ma ho voluto dare ragione a lei e punire me di non aver riletto così ho confessato la mia ignoranza e ringraziato scusandomi.
      Tanto per chiarire il mio punto di vista.
      In futuro, se firmerai col tuo bellissimo doppio nome non sbaglierò certamente.
      Salutoni, Enzo.



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    2. Bene, mi fa piacere che si sia chiarito il malinteso.
      Finalmente conosco anche la tua età. Secondo quanto da te scritto, pare che tu debba entrare in terza quest'anno. In bocca al lupo!
      Permettimi questa battuta, su. Un sorriso.
      Jean Claude.

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    3. Guarda che mi faresti un favore! Tornare bambino è un po' il sogno di tutti. Sì, facciamoci un sorriso.
      Enzo.

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  10. L'intelligente non è mai violento. Non identificherei la velocità di calcolo o la razionalità con l'intelligenza. I nazisti erano razionalissimi e molto efficienti, ma erano pazzi. Impariamo una buona volta a non scindere sempre l'essere umano in mille pezzi. Ciò che danneggia il prossimo è frutto di pazzia o stupidità, anche se fosse scaturito da raffinatissimi calcoli come fu per la bomba atomica.
    E poi, perdonami, ma non resisto dal citare la celebre frase di Forrest Gump: Stupido è chi lo stupido fa!
    (Le tue riflessioni invece sono sempre molto profonde e intelligenti!)

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  11. I nazisti erano razionalissimi e molto efficienti, ma erano pazzi
    che confusione!
    che vuol dire quel "ma"?
    che un pazzo non può essere intelligente?
    invece sì che può esserlo, eccome!
    "l'intelligenza", per lo meno quel tipo di intelligenza a cui si fa riferimento nel linguaggio quotidiano, è una "dote", una cosa che si può quantificare.
    prova ne è l'esistenza del Q.I.
    ci saranno stati nazisti stupidi e nazisti intelligenti, tutti con il m.c.m. della malvagità, che non c'entra niente con l'intelligenza.
    Certo ci sono altre intelligenze, meno considerate comunemente, tipo l'intelligenza emotiva, l'intelligenza creativa, ecc... , ma questo è un altro discorso.

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    1. Si è soliti parlare di "lucida pazzia", laddove per lucida si intende, per lo più, intelligente. Se i pazzi sono stupidi vengono definiti deficienti, ma io credo che l'autentica pazzia sia estremamente intelligente.
      Poi ci saranno anche i cretini, come in tutti i reparti dell'Umanità.
      Non ti fidare troppo dell'IQ. Ricorda che in base a quelle classifiche fino a una quindicina di anni fa risultava che le donne erano quasi stupide, perché il test era maschilista. Fatta la diversificazione dei due test ne è uscito che la media delle donne è ben più alta della media maschile. Ci si sbaglia coll' IQ.

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    2. e lo dci a me?
      sai quante volte mi è capitato di "contestare" il Q.I. che ci viene riferito dall'equipe medica?
      A volte è inferiore al reale perchè il "testato" è in uno stato d'ansia che inficia la prestazione, altre volte semplicemente perchè .....
      non gliene frega niente di fare quel test!!
      Però, indicativamente, se uno ha un ritardo ce l'ha.

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  12. Mi spiace Silvia, non posso entrare in polemica in un blog non mio, posso solo ripetere quel che ho scritto, ossia che bisognerebbe smetterla di scindere l'essere umano in mille pezzi e parlare di Q.I. separandolo dalle altre qualità che fanno di un essere vivente una persona sana. L'intelligenza poi è come un'automobile, se non ce l'hai la prendi in prestito da chi ne ha. E questo lo puoi fare solo se non sei malato, ossia talmente pazzo e invidioso da negare o annullare la realtà.
    Perdonami Euridice per queste righe, ma ero stato molto frainteso.

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    1. Non ci sono problemi, ruhevoll.
      Si sta qui per parlare e confrontarsi. Anzi, sono felice che nascano questi dibattiti. Continuate pure, se vi va.

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  13. L'intelligenza è come una lama. Ciò è e ciò rimane a prescindere dall'uso che se ne fa.

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  14. Scusa Ruhe ma la mia non era polemica, era punto di vista, opinione, parere.
    Una bella differenza, mi pare.
    E'chiaro che il q.i. non è tutto, e che una persona con ritardo mentale può essere migliore di un genio, ma non riesco a capire come si può prendere a prestito l'intelligenza, e con tutta franchezza non c'è niente del tuo commento che io riesca a capire.
    sarò un po' tarda, per l'appunto.

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