8 agosto 2013

Un libro in ferie

Tra un po' andrò via. Qualche giorno, al solito. Spengo il computer, metto a tacere il cellulare e prendo un treno. Come sempre spero di non patire troppo il caldo visto che, come ormai tutti sanno qui, detesto l'estate e il suo strafottente ed asfissiante incedere. Potrò vedere cose non ancora viste e, magari, incontrare qualche persona degna di essere incontrata. Ovviamente c'è un libro che mi accompagna. L'ho lasciato ad aspettarmi per qualche tempo. Si intitola "Cattivi soggetti" ed è di un autore che viene dalla mia stessa terra: Renzo Paris. E voi avete scelto? Qual è il libro delle vostre ferie?

[foto by beata-bieniak]

26 commenti:

  1. In realtà ne porto un po’ con me. Te ne cito due: “L’ora presente” del poeta Yves Bonnefoy e “Racconti dell’età del jazz” di Fitzgerald. Buone vacanze.

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    1. Io ne porto solo uno.
      Però quanto torno a casa in valigia ne trovo sempre almeno altri tre o quattro. Quelli che acquisto nel luogo in cui vado!

      Grazie Ettore... anche se parto tra una dozzina di giorni.

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  2. Se vado, perché ancora non è deciso niente e quest'anno è girato tutto storto, spero di incontrare anche io "qualche persona degna di essere incontrata". Nel mio troller metterò due libri di Salman Rushdie che non sono ancor riuscito a leggere: "Vergogna" e "I figli della mezzanotte"; poi acquisterò giù i libri che voglio, di sicuro quello di Philip Roth "Il teatro di Sabbath" e l'ultimo Premio Strega, per farmi le solite quattro risate quattro.
    Ogni anno. oramai da tanto tempo, leggo il libro che ha vinto e mi sbudello dalle risate: sempre gli stessi editori, sempre le stesse mezze calzette.

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    1. Spero che tu riesca a partire e che quello che sta andando storto possa riaddrizzarsi in fretta.

      L'ultimo premio Strega lo ha vinto Walter Siti che è stato uno dei miei professori all'Università. Come docente è sicuramente molto in gamba. Mi dirai cosa pensi del suo libro (che io non ho letto).

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    2. No, stiamo scherzando, farsi quattro risate su Walter Siti? Walter Siti è un raffinatissimo studioso della lingua italiana, scrive forse il miglior italiano che si possa leggere tra gli scrittori italioti.
      Insomma, non c’è davvero nulla da aggiungere a questi commenti così superficiali e palesemente basati sull’ignoranza.
      I temi da lui toccati possono piacere o meno, questo è altro argomento.
      Non sapevo fosse stato un tuo insegnante; strano che tu non lo abbia mai letto.
      Buone vacanze.

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    3. Hai ragione "Anonimo" dovrei leggere Siti. Non so perché non abbia mai comprato uno dei suoi libri, eppure so che è un letterato di prim'ordine.
      Ho seguito il suo corso di Letteratura Contemporanea (senza poter dare l'esame...) quando frequentavo l'Università a L'Aquila e ho avuto la fortuna di poter ascoltare le sue lezioni.
      Devo rimediare, non c'è dubbio!

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    4. Io rimedierò a questa intollerabile mancanza, di certo non la sola colpevole della mia globale ignoranza, leggendo Walter Siti in ginocchio a lume di candela dalle 10 del mattino alle 17 del pomeriggio, naturalmente sotto il sole cocente e senza bere né mangiare.
      Chissà se sarò finalmente in grado di apprendere qualcuno dei segreti della lingua italica, da me finora così barbaramemte massacrata.
      Grazie "Anonimo". Mi chiedo umilmente come ho potuto vivere tanto tempo senza di te.

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    5. Ottima questione, bravo.
      Devi, comunque, ammettere di essere stato appena, appena tranchant sull'unico autore che negli ultimi anni abbia meritato lo Strega.
      Siti scrive molto bene e non credo si meriti della mezza calzetta da una persona che, per sua stessa ammissione, non l’abbia letto.
      Sia chiaro, io mi ritrovo pienamente nel motto di Scheiwiller: "Non l'ho letto e non mi piace", ma non tutti possono permettersi di riconoscersi in esso.
      Ora, visti i risultati dei tuoi commenti, rinuncerei a far qualsiasi cosa nel modo da te sopra descritto, onde evitare peggioramenti là dove pare esser fin troppo tardi anche per il minimo miglioramento.
      Questo lo dico per il bene mio (che leggo questo blog) e per quello della nostra ospite, come ti ostini erroneamente a definirla.
      Un caro saluto, Anonino.

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    6. Adesso capisco perché questa notte ho dormito maluccio: mi mancava la lettura di questa tua.
      Dunque, ricapitoliamo.
      Il mio "mezze calzette" era riferito, a prescindere, ai vincitori dello Strega in genere. A proposito, potresti vincerlo anche tu, se appena appena mettessi insieme un centinaio di pagine.
      I miei commenti non si propongono alcun risultato, bel purista del linguaggio, sei tu che ce lo cerchi, roso da squallidi motivi, da probabili rigurgiti nostalgici, e da una prosopopea che è, quella sì, unica e rara, nonché da invidia di inconfessabile origine.
      Il definire la nostra ospite per l'appunto "ospite" è frutto della mia perfetta conoscenza della lingua italica e del latino, a differenza tua, dato che "ospite" è tanto chi accoglie in casa propria una persona, quanto la persona accolta in casa d'altri.
      Quindi sei tu che erroneamente scrivi, non io.
      Un caro saluto di rimando, certo.
      Vincenzo Iacoponi

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    7. Heidegger in Essere e Tempo confonde “ordino” con “camminare”, non conoscendone la corretta etimologia.
      L’etimologia ignorata da Heidegger è assicurata dalla metatesi offerta dall’ebraico halak (via, andare) mentre “ordino” richiama l’accadico kalluwu.
      Con questa premessa voglio semplicemente dimostrare che se mi mettessi a considerare l’etimo di ogni parola da te scritta, ti assicuro che non riusciresti a costituire mezza frase senza commettere grossolani errori. Questo grazie all’immenso lavoro di Semerano che si può riscontrare nei suoi dizionari etimologici.
      Quindi, mi attengo serenamente all’italiano e ti basti prendere qualsiasi vocabolario italico per capire che hai scritto l’ennesima idiozia. Ospite è chi ospita, stop.
      Scrivo questo affinché non sia mai che tu supponga di avere ragione.
      Sono, inoltre, convinto che tu non conosca affatto l’etimo di ospite; wikipedia immagino serva anche a questo.
      Detto ciò, voglio farti notare che mi sono sempre rivolto a te con ironia: ritengo sia il modo più corretto per comunicare con i subalterni. È per questo motivo che rispondo solo sulla questione dell’etimologia. Infatti, là dove io sfotto tu ti irriti riempiendo i tuoi commenti di acrimonia. Capisci da solo che se rispondessi a tanto astio instaurerei un dialogo dove con te, in realtà, è solo possibile lo sfottò.
      Dormi bene e rilassati.

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    8. Figliolo, sei petulante, asfissiante ridicolo e inutile, sì inutile in quanto non servi a nulla e a nessuno.
      Non puoi dare lezioni di nulla a chi come me non pretende di insegnare, ma nemmeno di imparare da un presuntuoso.
      Pensala come ti pare: per me sei e resterai un omarino presuntuoso, un minuscolo otre gonfiato di fiato puzzolente.
      Divertiti bello e gloriati pure della mia presunta "irritazione e acrimonia".
      Il fatto è che mi sono stufato di conversare con uno come te, che non riesce a tollerare che una persona civilissima come colei che ci ospita generosamente, scambi le sue opinioni con me.
      Dicono che tu sia intelligente; per me sei solo un presuntuoso e un poveraccio.
      Tu dormirai certamente benissimo. È risaputo che gli sciocchi ignorino sogni agitati.
      Continua pure a sognarti grande, ti è concesso.

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    9. Ma guarda che io ero davvero ironico, mi spiace che tu sia così arrabbiato.
      In fondo ti ho preso in giro qualche volta e ti assicuro che non mi crea nessun problema - ci mancherebbe - che tu possa colloquiare con chicchessia.
      Dai non ti prendo più in giro, però adesso basta litigare da solo che bene non ti fa.
      Comunque, per esser seri una volta: come puoi pensare che qualcuno scriva con convinzione le proposizione da me scritte? Sono palesemente sopra le righe, presuntuose oltre ogni reale possibilità, grottesche ed estremamente provocatorie.
      Certo è che sono scritte meravigliosamente bene, da una persona di enorme cultura e comprendo che tutto questo possa creare determinate sindromi.
      Mi dispiace leggerti così arrabbiato, sono sincero.
      Spero che possa nascere tra noi uno splendido rapporto amicale. A prestissimo. Tuo anonimo.
      Ah, chi ti ha detto che sono intelligente s'è tenuta bassa.

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    10. Sxcusa, ma sono stanco morto e questa tua merita una adeguata riflessione.
      Splendido rapporto amicale?
      Non sarebbe la prima volta, bensì l'ennesima che i miei maggiori rapporti amicali nascono da diatribe come queste.
      Ci dormo sopra, mi rilasso e ti riscrivo domani.
      Ok?
      Buona notte.

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    11. Dunque, caro "Anonimo", ti dirò che quel che scrivevi mi erano sembrate cose "palesemente sopra le righe, presuntuose oltre ogni reale possibilità, grottesche ed estremamente provocatorie", al punto di lasciarmi di fronte all'interrogativo tipico del mio dialetto: ma ce fai o ce sei?
      "Scritte meravigliosamente bene, da una persona di enorme cultura", ma io non ho bisogno di andarmi a nascondere difronte a siddetta persona, né tutto questo mi crea "determinate sindromi", al contrario.
      Vedi, caro anonimo, io non sono un presuntuoso (si presume ciò che non si è), io sono semplicemente superbo. Conosco la potenza del mio ingegno, la natura della mia arte, la capacità di risolvere qualsivoglia problema di natura artistica e letteraria nel quale mi imbatta. In quanto a cultura faccio del mio meglio per rimanere sempre ben al di qua di una miserrima saccenza, che odio. Impartire lezioni a chicchessia, solo per il gusto di dimostrare a costoro quanto profonda sia la loro "bassura", non mi diverte, mi deprime.
      Ciò che mi ha fatto arrabbiare è stato il discoprire nella tua prosa, così evoluta, un fastidioso e petulante accenno astioso nei confronti di una persona, che sembrava a te avere il solo demerito di partecipare in una posizione di eccellenza ad un colloquio, che tu ritenevi privilegiato, e che forse lo era, come si conviene tra persone di una medesima caratura.
      Tutto qui.
      Io sono sinceramente affezionato a Maria, perché lei sta sulla mia stessa lunghezza d'onda, ma lungi da me qualsivoglia altra tentazione che non sia una sana comparazione sul piano di un'eloquenza duttile che va dal comune sapere letterario alla sensibilità intelletiva di entrambi. Solo questo ci ha avvicinati e ci lega.
      Tu speri che possa nascere tra noi "uno splendido rapporto amicale". Non vedo la ragione per cui non potrebbe, o almeno una ne vedo ed è che io non posso iniziare un'amicizia -cosa sempre immensamente bella- senza poter almeno dare un nome al mio amico.
      Quindi: se sei sincero adesso dimostramelo. Io sono qui, ho un blog, dove mi esprimo più o meno ragionevolmente, non intendo offendere nessuno, né prendere per i fondelli nessuno.
      Se vuoi un rapporto amicale nessuno è più portato di me verso l'amicizia, che è la cosa più nobile che sia rimasta a disposizione di noi abitanti di questo pianeta sconosciuto, ma non cercare di fare il furbo, perché me ne accorgerei.
      Come vedi mi arrabbio solamente quando vedo la faziosità e la falsità, per il resto riesco ad essere amabilmente sereno dall'alba al tramonto.
      Il pallino ce l'hai tu: puoi effettuare la tua bocciata.
      La persona che mi ha rivalato la tua intelligenza non si è tenuta niente affatto bassa, te lo garantisco io.
      Però mi sorge una domanda cattiva, di quelle che solo gli amici pongono, aspettandosi una risposta sempre sincera dagli amici: come ha potuto una personcina così tanto intelligente quale tu sei farsi sfuggire un fior di intelligenza come quella di Maria senza dare le chiappe per recuperarla?
      Buona domenica anonimo, nella speranza di poterti dare un nome e un cognome.

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    12. Accidenti appena, appena sul personale.
      Mi sono accorto che ti sei offeso e in sintesi ti ho chiesto semplicemente scusa. Ero comunque sincero sia quando ponevo rilievi nei confronti di Maria
      sia nei tuoi. Poi negli ultimi commenti ti ho voluto spiegare il mio comportamento, anche perché mi sembrava ti fossi urtato e non ne valeva la pena.
      Per il resto, ti assicuro che hai fatto giusto un po' di dietrologia.
      Leggo sempre con piacere ciò che hanno da dire le persone che reputo abbiano un rapporto viscerale con la cultura.
      Questo il motivo per il quale passo di tanto in tanto qui come in altri contesti.
      Buona domenica anche a te.

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    13. E io qui sto e qui resto.
      Non ti devi giustificare se eri sincero, sempre sincero.
      Prendere abbagli ci sta in questo pezzetto di universo.
      Sì è ver,o io vado immediatamente sul personale, se qualcuno scrive "spero possa nascere tra noi uno splendido rapporto amicale". La porta del mio animo e del mio cuore è sempre aperta per chi viene offrendomi amicizia.
      Fare dietrologia in questo caso è necessario, almeno si sa da che parte incominciare.
      Ripeto: io sto qui e qui resto. Tu hai mosso il Cavallo e lo hai piazzato davanti al tuo Re. Apprezzo molto la "siciliana".
      Ciao.

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  3. Attualmente porto a termine "il Piacere" di Gabriele D'Annunzio ma con grande fatica, perché è un libro scritto con uno stile troppo sfarzoso, stucchevole e opulento. Nel bel mezzo di agosto leggerò "Racconti" di Francis Scott Fitzgerald ma non dell'età del jazz, quelli li ho già letti, si tratta di una slezione che ha fatto Feltrinelli tra i tantissimi racconti scritti da questo autore americano. E poi vorrei leggere "Papà Goriot" di Balzac. Vedremo.

    PS
    Visto che caldo? L'aria è una fornace. Anche io detesto l'estate, è un periodo di sofferenza fisica! Autunno, ti invochiamo. Vieni al più presto e porta con te quei colori vermigli con cui dipingi i nostri amati boschi!

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    1. D'Annunzio?
      Auguri!

      Le tue letture mi sembrano molto importanti. Anche se ti suggerirei di leggere anche qualche autore contemporaneo. Di tanto in tanto.

      Caldo?
      Caldo?
      Sto morendo, Veil!

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    2. È un mio grande limite il fatto che i contemporanei non mi attirino più di tanto. Dovrei cercare quello giusto perché comunque di bravi ce ne sono, non innumerevoli ma ci sono. Sono attratto da Saramago che, anche se è morto tre anni fa, non credo rientri nella letteratura classica; poi sono incuriosito dal mio compaesano Maurizio De Giovanni con le sue stagioni del commissario Ricciardi e ne parlano bene in molti. Non mi piace incappare in libri del tipo "bianca come il latte, rossa come il sangue" che dal titolo può sembrare la storia di una vampira ma che poi è la solita vicenda adolescenziale da portare al cinema.

      Ti abbraccio. E sai che sono sempre aperto ai consigli.

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    3. Saramago è uno scrittore che a me piace molto. Se posso consigliarti un titolo, direi "Memoriale del convento". Uno tra i suoi più belli, secondo me.

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  4. qualcuno direbbe un Kindle, o un kinder come lo chiama una mia zia, quelle robe con su 500 libri, manco uno dovesse stare in ferie sei mesi.
    Ho due libri per questa estate: Menzogna e sortilegio della Morante e La disubbidienza di Moravia, mi piace pensare che furono scritti nella stessa casa nello stesso periodo :)

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    1. Anche io ho un e-reader. Ma preferisco portarmi dietro un libro di carta.

      Morante e Moravia. Hai detto niente!
      Bravo, Pier.

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  5. nel mio caso, quando gli 'altri' sono in ferie, dato che io è come fossi sempre in vacanza:)
    per ora ho iniziato 'la danza della realtà' di jodorowsky e, prima dell'autunno mi piacerebbe leggere petrolio di pasolini.

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    1. Beata te che sei sempre in vacanza!
      Non immagini quanto ti invidi...

      Jodorowsky non mi piace granché, ma so che tu lo ami.

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    2. è una condizione di spirito 'guadagnata' con notevole fatica benché imposta da una serie di eventi contingenti...
      meglio essere invidiati che compatiti, non trovi?

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