6 agosto 2013

Checché ne dica Silvio

Checché ne dica Silvio (e i suoi adepti) la democrazia non corre rischi. A parte il fatto che non capisco cosa abbia a che fare la democrazia con una sentenza di condanna che, secondo legge, va applicata e basta. Lazzaro, stavolta, non può risorgere. L'ha fatto fin troppe volte e con mezzucci neppure troppo leciti, adesso è finita. Prenderne coscienza è dura, questo è evidente, ma la realtà è una e una sola: formalmente è finito. Ma continuerà a muovere fili e burattini, apparirà regolarmente in TV, lancerà anatemi e minacce, comprerà chi e cosa vuole. In sostanza continuerà a fare se stesso. Quindi: perché agitarsi tanto?

[foto by Alshain4]

8 commenti:

  1. Hai scritto il seguito e il sigillo del mio ultimo post "il nano gongola".
    La democrazia non è in pericolo perché da noi, grazie a Dio, non esiste un uomo capace di prendere il comando DA SOLO, e non me ne voglia Silvio. Soprattutto i nostri militari, di aria di mare e di terra, hanno una nobile tradizione di obbedienza alla Costituzione e alle Istituzioni, non siamo una repubblica sudamericana.
    Ma le condizioni per un colpo di stato ci sarebbero già tutte, e non sto bamboleggiando come Biondi che parla a vanvera di clima da guerra civile; dico che da queste situazioni nascono la rivoluzioni, che, tu mi insegni, sono sempre fatte da minoranze e subite dalle maggioranze.
    Non succederà niente, cara Euri, perché siamo nel paese dei balocchi, dove tutti parlano e nessuno fa niente.
    Silvio, ufficialmente messo al bando, farà da adesso in poi più vittime di prima: raccoglierà più voti, cioè anche i voti dei deboli simpatizzanti, quelli che ultimamente non sono andati a votare; raccoglierà intorno alla sua quasi salma tutte le sue minchiette, che appunto essendo tali non avrebbero ragion d'essere prive del gran capo; potrà attraverso le sue TV, direttamente, indirettamente e in modo occulto come certa pubblicità, stare in mezzo alla gente da mane a sera.
    È nel suo diritto? Non lo so, ma lo farà, stanne certa.
    Allora, ti chiedi, mi chiedo, ci chiediamo, che cosa è cambiato?
    Nada de nada, Euri, nada de nada.
    Buona giornata appiccicosa, al ritmo di una doccia ogni mezzora. Ciao.

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    1. Se il colpo di Stato non c'è stato fino ad oggi, caro Vincenzo, vuol dire che non ci sarà più. Non in questi anni, almeno.

      Come avevo scritto nel post "Se lo condannano", lui fa la vittima e si farà far santo. Un modo certo per rovesciare le responsabilità sugli altri. D'altro canto se ha frodato lo Stato non è colpa sua, ma della Cassazione che lo ha condannato. No?

      Lui e i suoi parlano di tutto tranne che del fatto che la condanna è arrivata perché il reato c'è stato. Un dettaglio su cui sorvolano con una faciloneria che fa impressione.

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    2. E già, qui si parla unicamente di accanimento della Giustizia, di "una parte malata" dei Giudici, ma nessuno ammette che sarebbero bastati la metà degli abusi fatti dal nostro per portarlo ad una condanna certa in triplice grado e pertanto "definitiva".
      Adesso sento parlare di pausa di riflessione da parte di Giorgio Napolitano su un presumibile e temibile progetto di riforma della Giustizia. Che vor dì?

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    3. Spero solo che voglia dire che Napolitano se li è tolti dalle scatole per qualche tempo. Fessi e contenti, almeno per un po'...
      Se poi voglia dire che effettivamente sta pensando con serietà alla "riabilitazione politica" del reo, vorrà dire che dovrà "riabilitare" un sacco di altra gente perché si verrà a generare un precedente di portata piuttosto importante.
      Dovrà stare molto attento, il vecchio Presidente.

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  2. Non è possibile che una persona faccia imbrogli per trent'anni con la pretesa di passarla sempre liscia.Tutte le cosa hanno una fine, anche il sole finisce di esistere e questa volta tocca a lui.

    Parlando di fili e burattini direi che questa volta Mangiafuoco s'è bruciato.

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    1. In effetti l'ha passata liscia una marea di volte. Ma prima o poi sarebbe accaduto. Magari tra qualche tempo arriverà anche qualche altra condanna da affiancare a questa. In ogni caso neppure questo basta ai suoi seguaci per capire che razza di omuncolo hanno scelto come idolo.

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  3. Qualcosa è cambiato: adesso possiamo gridare forte: BERLUSCONI E' UN DELINQUENTE. Lo sapevamo da decenni ma non si poteva dire. Magra consolazione? Per ora cerchiamo di farcela bastare.

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