12 luglio 2013

Se la normalità è un'eccezione

Mala tempora currunt, no? Ed è in questi tempi pessimi che la normalità urla strepitando tutta la sua formidabile perfezione. Mi dico che non dovrebbe essere così, però lo è lo stesso. Le mie più intime proteste non hanno riscontri e si è obbligati ad accontentarsi e tacere. La fortuna sta nel vivere normalmente perché quella norma, per tanti, è divenuta un'eccezione fuori dal contemplabile. Constatazioni amarognole e spiegazzate che, per di più, non migliorano nulla. Ogni cosa pare divenire la sua miniatura. Svilente, sia chiaro, e sguaiatamente inesorabile.

[foto by NuclearSeasons]

8 commenti:

  1. Mala tempora currunt e si currunt dietro, si raggiungunt e si sorpassunt, mentre altri mala tempora arrivant.
    Anche il latinorum indica la mediocrità della normalità, ma si vive nel mediocre e del mediocre.
    Parole sante le tue, ma non so adattarmi alla dure realtà: a un passo dal compimento dei miei secondi quaranta anni mi ribello ancora. Questo mi fa sentire vivo, forse sorpassato, ma non mi riuscirà mai di adattarmi alla mediocrità.
    Forse perché mi resta impresso nella mente un detto del mio grande maestro di Greco e di vita Agostino Masaracchia, che diceva: "La modestia è la virtù dei mediocri". Ecco, questa accoppiata, vincente oggi, non la giocherò mai.
    Sono andato fuori tema? Ti deludo? Mi dispiace tanto, ma tra i miei difetti-virtù è la sincerità costi quel che costi.

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  2. Tutto questo, il tuo scritto e il commento di Vincenzo, mi ha fatto venire in mente un passaggio de “Il mio cuore messo a nudo” di Baudelaire, in cui il poeta francese racconta di una conferenza cui assistette, e che si concluse con una apologia della mediocrità e dei mediocri. La cosa lo fece infuriare, egli non sopportava la mediocrità, accettava solo l’eccellenza. Per diversi anni, ho subito l’influenza di questa visione delle cose. Poi il vento è mutato. Oggi penso che essere troppo intransigenti verso la mediocrità sia un’arma a doppio taglio. Non si può essere sempre eccezionali e brillanti, sarebbe inumano e spaventoso. Il mio professore di filosofia, uomo saggio, diceva a me adolescente, “Devi imparare a essere grigio fra i grigi”. Ai tempi vedevo la cosa con sospetto, oggi ne ho fatto tesoro. Non si tratta di modestia, piuttosto è un modo per riconoscere e accettare i propri limiti, cosa difficile, soprattutto quando si è molto giovani. Concordo con te Euridice, la normalità, divenuta eccezione, è una meta cui ambire di questi tempi. Mala tempora currunt. Oppure, come canta Battiato: “Viviamo strani giorni”.

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    1. E io auguro a te, Ettore, di essere felice grigio fra i grigi. Se accetti una condizione, ne fai momento della tua vita non sei più grigio però, avrai un barlume di un qualche altro colore, perché il grigio è una forma di mimetismo. OK! Punto di vista che non condivido ma rispetto, perché motivato bravamente ed educatamente, cosa già anormale ai tempi nostri, caro Ettore.
      Non conoscevo lo scritto di Baudelaire, ma lo sottoscrivo umilmente. Non ci riuscirei nemmeno se mi legassero ad essere grigio tra i grigi. Sarà perché sono un pittore ed amo il colore (anche i grigi che sento molto e che non solo semplici impasti di bianco e nero, ma infiniti), sarà perché ho un feroce Ego che mi morde da dentro, ma sono così.
      A volte penso che se fossi una delle 50 sfumature di grigio starei meglio. Lo penso e poi mi vengono i brividi.
      Una felice domenica,Ettore.

      PS: che nome sublime!
      "E tu onore di pianti, Ettore, avrai
      ove fia santo e lacrimato il sangue
      per la patria versato, e finché il sole
      risplenderà su le sciagure umane"

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  3. Signori miei, sinceramente io non ho parlato di mediocrità, ma di normalità. E non mi riferivo a uno stato umano, mentale o culturale ma, più banalmente, alla normalità quotidiana di vita: la possibilità di lavorare, fare la spesa, comprarsi un paio di scarpe o un vestito nuovo.
    Quella normalità che, purtroppo, durante i "mala tempora", si va perdendo perché ci si deve accontentare di quello che si può fare o trovare. E mi accorgo che quella normalità è un'eccezione per molti.
    Anche per me...

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    1. Ma quella non si mette in discussione, io la chiamo "vivere alla giornata": mi alzo, mi stiracchio, mi lavo i denti, qualche volta mi faccio la barba, mi stiracchio di nuovo, faccio colazione e poi penso...a qualsiasi cosa, purché io pensi tutto è buono.
      Ma non ti senti piatta ala fine di una giornata così?
      Non so, ho l'impressione che le nostre coordinate non collimino stavolta. L'ho detto nel primo commento, forse sono andato fuori tema, avrei dovuto dire che forse non è il mio tema.

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    2. Sì, sei andato fuori tema. Tutto qui.
      Parlavo semplicemente d'altro.

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