13 maggio 2013

Terrestre

Bruna di humus, imbevuta di radici tra cui perpetuo il mistero corale del mondo. Raccolgo scheletri fatti di lividi e la caduta degli uomini non mi sorprende. Attorno gli elementi si moltiplicano e lasciano piccoli dolori che so di dover assorbire. Possiedo l'indifferenza di chi genera e tace, ma conservo in me una promessa d'inferi e caos. Le ombre si fanno veicolo ma non trapassano che polvere e qualche raggio. Il tepore mi anima col suo impalpabile dialogo di vita e la mia pelle si fa bocciolo per schiudersi in un soffio che ha la parvenza di eterno. Perché nulla è eterno.

[foto by DREAMCA7CHER]

6 commenti:

  1. Tutto è caduco, d'accordo; ma sentire le cose con tanta intensità e scoprire e vederle dai tuoi molteplici punti di vista, impossibili agli altri, è una cosa appagante per chi ti legge e certamente anche per te stessa.
    Da parte mia mi accosto ai tuoi post sempre con immensa curiosità: come mi sorprenderà oggi?

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    1. Sorrido.
      Non so mai esattamente che cosa scriverò la prossima volta. E' una sorpresa anche per me, in fin dei conti.
      Questo post, in verità, arriva come ispirazione dal mio vecchio, vecchio blog Rizoma, cancellato diversi anni fa.

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    2. Ti capisco. Anche io non so cosa scriverò domani e mi sorprendo ad ogni frase che scivola fuori dalla mia penna.
      È una gran bella sensazione, riservata a pochi eletti e mi si perdoni l'arroganza.

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    3. Non so se sia una sensazione riservata a pochi eletti. Vale per noi due... e va benissimo così.
      Sorrido.

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  2. Prenderla più alla leggera in questa primavera che malgrado tutto avanza no?

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    1. La prendo come mi viene, caro Alberto.
      Mi sono immedesimata in una radice, proprio durante la primavera. Una bellissima sensazione.

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