24 maggio 2013

Esisto sì, diversamente

Credo di vivere nel secolo sbagliato. Nata troppo tardi? O troppo presto? Forse qui non c'è il mio tempo. Non mi somiglia, non gli somiglio. Corre, rotola, si lacera, si contorce e muore. Troppa luce, troppe grida, troppe banalità. Preferisco la penombra, la costanza, il buon sentire e qualche lenta carezza. Mi commuovo di versi e silenzi, mi costruisco molecola dopo molecola. Intanto tutti procedono a velocità che non so trattenere. Si colorano, si precipitano, si camuffano, si consumano. Come si fa con le cose. Non vivono perché non hanno tempo per farlo. Esistono. Anche io esisto, ma diversamente.

[foto by Kleemass]

12 commenti:

  1. Quando il treno, condotto da macchinisti impazziti e pieno di beoti che ballano e cantano, sta per finire nel burrone, saltare giù in tempo (o meglio ancora non esserci saliti mai) è in fondo l'unica condizione invidiabile, anche se può produrre solitudine e straniamento. E la cosa non va intesa solo in senso catastrofico: come ben dici tu, il burrone può anche essere fatto di banalità e di rumore, oppure, aggiungo io, di vuotaggine tecnoglionita e modaiola, o di delirio di schiavismo volontario causato da scellerata sindrome di crescita-sviluppo... La tragedia dei più non è tanto, o non solo, vivere da stupidi, o a un livello esclusivamente genitale, ma proprio il non avere tempo per vivere. E nemmeno se ne accorgono più! Anzi, se ti vedono sdraiata sotto un albero a leggere un libro, invece di invidiarti ti compatiscono!

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    1. In effetti mi ritrovo spesso sola. Magari a parlare da sola o a cercare di farmi capire. Oltre a notare una certa diffidenza o un certo stupore, mi rendo conto che alcuni messaggi non riescono proprio a passare.
      C'è sempre altro da fare e non ci si prende la pena di fermarsi e sforzarsi di capire qualcosa di diverso o di più faticoso.

      Di fronte alla compassione che genero in chi mi vede leggere un libro sotto un libro, ormai non mi sorprende né mi inquieta più.

      Proprio ieri spiegavo alle mie colleghe che la sera non guardo la TV ma leggo libri e loro, ovviamente, mi hanno guardata come guarderebbero un marziano. Eh, pazienza!

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  2. Se leggi un libro sotto un libro, finisci per non vedere neppure il libro che leggi. Questo lapsus la dice lunga, quasi quasi ti sconfigge.

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    1. Rido!
      Un libro sotto un libro? Magari riuscirei a leggerlo comunque. Chissà...
      Dovrei provare.

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  3. Ci sono momenti in cui la solitudine è la unica cosa che ti dia veramente forza e volontà di combattere, cioè di esistere.
    Vengo da un'esperienza unica, in un certo senso devastante, in cui ho capito che un uomo nasce solo, anche in una moderna sala parto piena di ginecologi e di parsonale altamente qualificato, nonchè la persona sine qua non, cioè sua madre; lo stesso uomo muore solo, anche in mezzo a centinaia di uomini e donne che cercano di aiutarlo e dargli conforto. Questo é il senso della vita, credo di aver capito.
    Forse è un commento fuori misura, ma tu sei di un intelligenza superiore e capirai, come alcuni -tanti- dei tuoi lettori, tipo quello in prima fila che conosco benissimo.

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    1. E' necessario che alcune esperienze della propria vita si vivano da soli. Esperienze che contano solo per chi le vive perché di tipo esclusivo ed individuale: nessuno può nascere al posto di un altro né, d'altro canto, morire. Lo si deve fare da soli, preparati o meno.

      Non so se sia il senso vero della vita, ma è uno dei suoi tanti, ineluttabili aspetti. Non si vive che così, caro Vincenzo.

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  4. forse è il momento giusto per apprezzare questa canzone (traduzione

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  5. Il tempo è relativo, ognuno sceglie il proprio. Questo significa solitudine, salvo fortunate eccezioni, ma che importa? Non potrei affrettarmi (o rallentare) dietro a un tempo che non mi corrisponde, è una questione di armonia, di musicalità, di identità.

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    1. Ecco, mi piace il concetto di identità. Mi identifico in un tempo diverso da quello che mi circonda. E so di non essere un caso isolato.

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  6. Io esisto alternativamente.
    In modo alternativo.
    (...o alternato? o c'è una "n" di troppo?)

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    1. Spero per te che si tratti sono di "alternativo" e non "alternato"... come la corrente!?

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