15 febbraio 2013

Così fan tutti

Lo fanno tutti. Una ragione che non giustifica e non dà salvezza. Discolparsi riconoscendo in molti la stessa colpa è un giochetto che sta bene all'asilo d'infanzia. E' sbagliato, è illegale, è immorale? Ne sono cosciente ma lo fanno anche altri per cui non ho fatto nulla di strano. Ecco. Sfuggire alle responsabilità di un atto cercando appoggio nella flaccida scusante del così fan tutti è uno dei rituali che vanno per la maggiore. Un mantra che i politicanti ormai hanno adottato come solida base delle loro vergognose, blateranti divagazioni e che, per emulazione o per comodità, tutti gli altri si sentono di poter (dover?) condividere.

[foto by phantomderlust]

16 commenti:

  1. certo il clima è rovente, del resto c'è solo una cosa su cui si trovano concordi e cioè che la colpa sia nostra, ché non rilasciamo scontrini, ci mettiamo le dita nel naso, abbiamo troppe pretese, lasciamo aperto il rubinetto dell'acqua quando ci laviamo i denti, buttiamo la spazzatura fuori dai cassonetti, ecc ecc. invece di prendere esempio da____ (?)

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    1. La colpa è sempre di qualcun altro, cara teti. Hai notato?
      C'è in giro, per caso, qualcuno che dica: "Sì, è vero: ho sbagliato. In passato ho fatto una grande idiozia"? Mai.

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  2. Mi hanno insegnato da piccolo a dire "scusate, ho sbagliato", ma ho dovuto constatare che forse è un difetto mio e non un pregio, c'è stato chi mi ha dato del fesso. L'ho perfino fatto al corso Allievi Ufficiali a Lecce, già pronto per andare in libera uscita: "Guardi signor tenente, non era lui a parlare ma io". "Grazie, stia punito" e addio cinema. Ma mi sentivo meglio.
    Dire quello che ha detto Berlusconi sulle tangenti, che la magistratura danneggia e rovina l'economia perché le attacca e le punisce, è vergognoso, soprattutto per me che non sono di sinistra, nè di centro.

    PS. Leggo la tua nota a piè di pagina e inorridisco. Ma ancora c'è gente che anonimamente va ad insultare gli altri. Cosa vuoi farci, questo casca a pennello con l'assunto del tuo post.

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    1. Ammettere di aver sbagliato, chiedere scusa per aver fatto male qualcosa, prendersi la responsabilità delle proprie scelte e dei propri errori è un atto che sottintende maturità ed intelligenza. Qualità che i nostri politicanti, e non solo loro, non possiedono.

      Ho lasciato aperti i commenti perché ci sono persone che non hanno un account Google e vorrei che potessero commentare, se ne hanno voglia. Ma chi scrive, a mio avviso, deve lasciare il proprio nome, vero o di fantasia. Ecco: anche in questo caso ci sono persone che, con l'anonimato, non si assumono responsabilità di ciò che pensano o scrivono.

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  3. si ... il problema è chi ci va dietro. L'altro giorno un tipo diceva: ma se non coromppo resto senza lavoro, insomma che le bustarelle le danno per l'interesse dell'azienda, ancora peggio.
    Che alla fine ad essere onesto resti pure fuori dal giro.
    Ditelo ai giudici ditelo...

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    1. Stamattina su Radio 3 a "Tutta la città ne parla", hanno parlato e discusso proprio in merito a tale argomento: tangenti necessarie, tangenti normali, tangenti immorali. Stecche, corruzione, bustarelle, favori...

      Puoi ascoltare la puntata radio a questo link:
      http://www.radio3.rai.it/dl/radio3/programmi/puntata/ContentItem-143c4608-ad60-4143-923f-76c4b2fab12c.html

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  4. Hai centrato uno dei punti del problema, di quest'anomalia italiana: da Craxi in giù quella è stata la, come dobbiamo chiamarla? giustificazione? "fanno tutti così, quindi sono meno colpevole". Una cosa inconcepibile in altri Paesi.

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    1. Credo che ai tempi di Craxi l'anomalia fosse già vecchia. Non so quando sia nata, ma ho il sospetto che sia quasi radicata in noi. Purtroppo.

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    2. Nel 1964, prima del governo Craxi al tempo del tetra o penta partito dominato dalla DC, iniziai a Roma con un socio un'attività commerciale. Articoli ed arredamenti per giardinaggio. Eravamo i primi e gli unici sulla piazza. Partecipammo a un bando per la sistemazione di alcuni giardini della capitale. Portammo l'offerta in busta chiusa e parlando con noi il Sovrintendete si rese conto che eravamo pivelli.
      Ci mandò da un certo signor C*, che aveva un ufficetto nella Provincia, un usciere. Ma era una potenza, in quanto teneva in mano tutti i conventi di suore e preti romani e della provincia, una cosa come 19000 tra preti e monache, che moltiplicato per quattro dava 76000 voti di preferenza, buoni per eleggere 4 deputati o 3 senatori. Stavano tutti proni davanti a sto ometto. Il signor C* ci disse che non avevamo capito niente: dovevamo maggiorare la somma del 25% per pagare un obolo, una prebenda, insomma una tangente, altrimenti niente. Lo ammetto, lo facemmo di corsa, ma perdemmo l'appalto perché una ditta di Milano, e te pareva, offrì il 30%.
      Rileggiti il Belli, c'è qualcosa di interessante in proposito. Potrei dire che dai tempi della Roma papalina va avanti questo sistema di ruote unte, come diceva mio nonno, che coi vescovi e preti ci lavorava, mio nonno, classe 1850.
      Ciao Euri e buona giornata.
      Scusa je_est per l'intrusione.

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    3. Ecco. Tutto ha origini ben più lontane nel tempo. Per questo credo che il "vizietto" di cui parliamo non sia una cosa degli ultimi decenni. Anzi.

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  5. Una giustificazione senza spina dorsale né carattere. E poi... bella scusa!

    PS amica, grazie per la visita al blog, è stata una piacevole sorpresa. Non sto aggiornando quello che ho aperto qui perchè mi dava sempre problemi per il caricamento delle foto. Controcorrente è un libro che secondo me tu apprezzeresti tanto, è un manifesto del decadentismo. Se vuoi, io quando torno a Napoli, la settimana prossima, te ne posso regalare e spedire una copia. È da tanto che ci penso a farti un regalino. Magari potresti informarti su come aprire una casella postale in un ufficio postale qualunque presso il quale potrei inviartelo. Pensaci. Ti abbraccio.

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    1. Proprio così: una scusa che ormai non convince più nessuno e che dà un gran senso di nausea. Parlo per me.

      P.S. Scusa, ma non faccio prima a darti il mio indirizzo di casa?

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    2. Certo che faresti prima, Euridice. Ma non volevo chiedertelo per discrezione e non volevo sembrarti invadente.

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    3. Apprezzo la tua discrezione. Sei sempre molto garbato, per questo mi piaci. Ti darò il mio indirizzo in separata sede.

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  6. "lo fece anche quell'altro
    lo fa anche quell'altro
    lo farà anche quell'altro
    l'avrebbe fatto anche quell'altro
    che l'abbia fatto anche quell'altro?
    che lo faccia anche quell'altro!
    fallo, altro!"
    diciamo che le coniugazioni verbali i politici le conoscono bene, peccato che si siano dimenticati di certi sostantivi.

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    1. I politicanti conoscono tutte le scappatoie possibili per non prendersi nemmeno una colpa. Mai. Negare o scaricare il carico su qualcun altro è la loro arte.

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