11 dicembre 2012

La scatola di velluto bianco

Rigoverno le ansie e non mi scompongo. La mattinata rimane la mia scatola di velluto bianco. Qualcuno respira dentro, ma so che è al sicuro altrove. La sveglia sgrana secondi ed è l'unica litania che scompone il momento. Sola. Sapevo che sarei stata a gambe incrociate a sperperare pensieri per il puro gusto di farlo. Amministro questa porzione di vita inventando regole che imparerò giorno per giorno, concedendomi persino la libertà di tradurle in particelle incoerenti. Osservo la neve e il suo silenzio sproporzionato. E' perfetta e, anche per questo, quasi irritante.

[foto by gwilym]

4 commenti:

  1. C'è un attimo della giornata (dura qualche minuto, ma non ho mai controllato)che appartiene solamente a me, e non è quando entro nel letto alla sera tardi, sempre tardi, perché allora sarebbe proprio un attimo in quanto mi addormento al volo con grave disappunto della mia consorte, che invece deve lottare duramente per
    addormentarsi; esattamente all'opposto è il mio attimo, quando cioè mi sveglio e rimango a godermi il calduccio infilando magari le mani tra le cosce dove arde di più. Lascio galleggiare i pensieri a loro piacimento, senza controllarli, senza tentare di indirizzarli, così, che vadano dove vogliono. Mi guardo dentro da fuori e guardo fuori da dentro; un bell'incrocio, come due macchine che procedono lentamente in autostrada di notte in direzioni opposte: vedi le luci dei fari, non vedi il colore dell'auto, il tipo dell'auto, ma soprattutto non vedi chi sta dentro l'auto.
    Così coi miei pensieri: vedo dove vanno ma non capisco dove vogliano portarmi.
    In compenso non faccio opposizione alcuna e mi lascio portare.
    Dura poco, ma è liberatorio.

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  2. temo di aver allargato i confini della mia scatola ... o forse sono troppo piccolo?

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