26 novembre 2012

Ascolto senza ascoltare

Cose da fare fin troppe. Non ho tempo per rimarcare dettagli. Le mie unghie si sfaldano dietro pareti o vetri macchiati di una nebbia che non sembra appartenere a questo pianeta. Provo ad immaginarmi già salva ma non credo di essere forte abbastanza. Poi, quasi con stupore, mi scopro temeraria ed agguerrita perché non so tollerare tutto e non voglio soccombere a prescindere. Rigetto le scorie e tutti quei fardelli che desidero lasciarmi alle spalle e ascolto senza ascoltare consigli mai richiesti e ridondanze di ammaestramenti vari. Scegliere comporta almeno un sacrificio. Sempre.

[foto by navidoutlaw]

18 commenti:

  1. Almeno, ogni tanto, fingere di ascoltare per toglierseli dai piedi. Illuderli di aver prestato attenzione alle loro parole nella speranza disperata che si facciano da parte.

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    1. Ebbene sì.
      Tutti hanno il suggerimento giusto. Ma a me va di fare ciò che voglio. Ergo: non ascolto!

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  2. Ascolta questo consiglio; è prezioso perché per me è una rarità, non ne do mai tanto meno a donne estremamente intelligenti.
    Da quando ho iniziato a leggerti non posso far a mano di venire a vedere cosa hai scritto.
    Questi pezzi stanno tra poesie staccate di un poema sinfonico a voce singola e aforismi scelti.
    Pubblica sta roba, questo è il consiglio.
    Con le tue conoscenze un editore lo trovi di sicuro.
    E 112 lettori, e non solo, li hai in partenza.
    Pensaci Maria.

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    1. D'accordo col signor Iacoponi. Quante volte te l'ho detto?

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    2. Sì, è vero. Veil me lo dice da secoli.
      Ma io non sono interessata.
      Si scrive per essere letti. Io posso essere letta su un blog, ed è già sufficiente.
      Ciò che scrivo non può andare oltre.

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    3. Ma cosa dici? Allora io, mister Veil e tanti altri che qui commentano e mi sembrano intelligenti tutti -perché quelli stupidi di fronte ad argomentazioni come le tue si ritirano perché forse nemmeno le capiscono- allora noi siamo tutti nu pocorillo scemi a leggerti con tanta attenzione e intensità. So che non lo pensi, ma allora non sostenere che ciò che scrivi non PUÒ andare oltre, dicci che non VUOI che vada oltre, e se questo avviene per una tua ragione personale allora mi ritiro in buon ordine.
      "Si scrive per essere letti". Sacrosanto. Fallo per un pubblico più grande di quello dei blogger, por favor.

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    4. Va bene. Allora mettiamola così: non voglio andare oltre.

      Come sai leggo parecchio (tranne in questo ultimissimo, stressante periodo) e quindi so cosa sia un buon libro. Io non saprei scriverlo.

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    5. (che poi, volendo, è già scritto. se scremi il blog secondo me viene fuori una selezione che, ordinata intelligentemente, potrebbe benissimo venire proposta in una inedita sorta di libro racconto a mini episodi, in più trovo che ogni tanto questo genere di riletture aiuti a centrarsi. un giorno che hai proprio niente da fare, pensaci. secondo me vale la pena:)

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    6. Il fatto è, cara teti, che non so a chi e perché possa interessare un libro del genere.
      Di libri inutili e privi di senso ne vengono pubblicati a quintali, io non voglio essere tra questi.

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  3. forse è quello che succede alle persone che tendono a valutare da sè tutte le possibili opzioni.
    e dopo tanto pensare ci mancherebbe anche che arrivasse qualcuno che la sa più lunga!
    ergo che effettivamente l'unico interlocutore ascoltabile sia infine il silenzio, o no? ^_^

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    1. Il silenzio è un interlocutore magico.
      Sai bene quando mi sia necessario.

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  4. c'è chi sceglie di non scegliere, ma è un'attività che non porta molto lontano

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    1. Scegliere di non scegliere, a ben guardare, è una scelta comunque.

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  5. I consigli non richiesti sono i peggiori,
    fai bene a non ascoltarli!

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