8 giugno 2012

Occhio di bue

Non sono nata per stare sotto i riflettori. Il centro dell'attenzione non mi si addice. Mi defilo e lascio che le dive entrino in pompa magna e che i lecchini conducano con solerzia il loro compito ingrato ma sempre efficace. Non pretendo interesse perché quello che devo fare lo faccio nel miglior modo possibile. Mi sembra essenziale. Ovviamente non basta. E non basta perché non incenso e non mi prostro. Non basta perché non cerco di adulare né di concedere premure che mi porterebbero al centro della scena ma che sentirei posticce ed innaturali. Chiaramente non arriverò mai molto lontano. Resto dietro le quinte a sorridere di certi spettacoli di cui mai farò parte.

[foto by PansaSanavee]

32 commenti:

  1. Siamo diversi, ma il risultato è lo stesso.
    Io, essendo artista, mi metto al centro del proscenio, come fanno la stragrande maggioranza degli artisti. Ne parlavo recentemente con Silvia, non certo per scusarmi. Io metto il petto alle pallottole, come diceva mio padre, e non mi tiro mai indietro. Quindi non mi troverai mai defilato o dietro le quinte.
    Una congenita spavalderia mi aiuta, o mi ha aiutato fino ad ora, a tollerare chi mi tira pomodori marci et similia.
    Ma io non incenso né lecco nessuno in alcun sito, visibile o meno. Anzi se posso li graffio quelli che altri leccano ed incensano, e li sputtano.
    Mia madre mi supplicava di essere diplomatico, ma questo significa automaticamente dire sottovoce a qualcuno "non sono d'accordo con lei, perché la sua visione della cosa è un po' diversa dalla mia". Ti piacerebbe? A me no. Vuoi mettere un bel "non sono d'accordo con lei perché lei è uno stronzo"?
    È molto più efficace, rende subito l'idea e non ammette equivoci.
    Per questo mi dibatto ancora nella melassa dell'anonimato.

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    1. Sì, siamo diversi. A me non piace essere sul proscenio. Non mi è mai piaciuto. I riflettori mi hanno sempre dato fastidio e mi fanno sorridere quelli che, invece, sguazzano pavoneggiandosi sotto un occhio di bue.

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    2. C'è una sottile differenza: io sotto un occhio di bue non mi ci pavoneggio né ci sguazzo: quando capita ci sto e basta. Te lo immagini tu un pittore che espone i suoi quadri e poi scappa squittendo? O uno scrittore che riesce a pubblicare un libro e alla presentazione si nasconde nel cesso? Io no.

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    3. Però immagino pittori che espongono i propri quadri o scrittori che scrivono libri senza però aver voglia di apparire a mostre o a presentazioni.
      Ce ne sono diversi.

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    4. Non ne conosco nessuno. Ricordo a Roma un'infinità di anni fa la presentazione de "Il taccuino del vecchio", con Ungaretti che pontificò imperterrito per due ore, senza che nessuno potesse interloquire. Poi si alzò e se ne andò.
      Sono stato presente a decine di vernissage in Germania, in Olanda, in Lussemburgo, in Austria e i pittori erano tutti presenti. Ma quali pittori conosci tu?
      A Monaco di Baviera, durante una retrospettiva, cercai disperatamente di parlare con Giorgio De Chirico, sprofondato in poltrona, mentre la russa, la sua compagna ex amante di Paul Eluard, faceva da sentinella. Presenziò in silenzio il grande maestro e non degnò la platea di uno sguardo.
      Tagliamo corto: vedo che è un'impresa titanica discutere con te su questo argomento. Mettiamola così: tu mi giudichi un vanitoso perché resto sotto i riflettori? Non lo sono. Vanitoso è colui che si pavoneggia con le penne altrui, o almeno con penne di cui non è degno. Non è il mio caso.
      Il mio grande maestro Agostino Masaracchia, di cui sono stato uno dei "Meister Schüler", sosteneva che la modestia è la virtù dei mediocri. Io mai fui mediocre: sono nato numero di testa.

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    5. Definizione di vanità: "Compiacimento di sé, che si concretizza nel desiderio di essere ammirato per le proprie qualità, spesso solo presunte".
      (da http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/)

      Ergo: non ti considero vanitoso.
      L'arroganza se la possono permettere davvero in pochi. Ungaretti è uno di questi.

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    6. Appunto, solo presunte. Il presuntuoso è colui convinto di valere quel che invece non vale. Io non sono convinto di valere 1000, ma 500 di sicuro.
      Arrogante, invece, spesso lo sono e me ne dispiace per gli altri, ma mi viene su quando meno me l'aspetto. Non ci posso fare niente.

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    7. L'ho scritto poco sopra. A mio avviso l'arroganza non è un difetto tout court. Anzi. Se ben argomentata e se supportata, dal talento e da un'intelligenza notevole può essere persino divertente e di certo stimolante.
      Il fatto è che la stragrande maggioranza degli arroganti non può permettersi alcuna arroganza.

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    8. Concordo. Finora a parte Ungaretti ho incontrato solo arroganti cretini; compreso De Chirico, che -forse- è stato un maestro, ma non era troppo intelligente e NON sapeva dipingere, basta osservare i suoi quadri nel dettaglio.
      A proposito ho commesso una gaffe colossale: la moglie di De Chirico era russa, ma non era stata l'amante di Paul Eluard: l'ho confusa scioccamente con Gala, la donna e musa di Eluard prima e di Salvador Dalì poi. Mi scuso con te.

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    9. Non sono un'emerita esperta di pittura né di gossip pittorico!
      Sorrido...

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  2. Identica a te in questo frangente.
    Ed ho capito che resterò al palo, mentre coloro che si prostrano e "nerdeggiano" rivestono figure di primo piano nonostante una palese inferiorità.

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    1. Questo post e quello che precede, come potrai notare, sono connessi. In effetti spuntano da una serie di eventi che, di recente, mi sono trovata a vivere sul luogo di lavoro.
      Ovviamente non aggiungo nulla di nuovo a quanto tante persone vivono già. Ma il blog serve anche a questo: al nulla!

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    2. posso aggiungermi anch'io, "l'ultima ruota del carro"?

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    3. Certo che puoi.
      Siamo parecchi...

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  3. Nemmeno io. E per uno che fa teatro è un difetto imperdonabile.

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    1. Direi che è un autentico paradosso.
      Ma da te questo ed altro!
      Sorrido...

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  4. Che buffo, pensa che smisi di fare concerti perché ero molto a disagio sul palcoscenico. Inoltre pensavo di essere troppo presuntuoso a pretendere che la gente pagasse per ascoltare quello che invece avrei dovuto e voluto fare gratuitamente, e sai perché? Perché se non ti fai pagare sei molto più libero!

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    1. Sulla tua ultima affermazione sono molto d'accordo.
      Però non c'è nulla di male a pagare per ascoltare buona musica.

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  5. Anch'io un po' così, ma se poi qualcuno si complimenta con me per qualcosa fatta bene ne sono contento e credo anche tu. Elogi non ricercati ma meritati.

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    1. Anche a me fa piacere ricevere qualche apprezzamento ogni tanto. Peccato che non accada quasi mai. Almeno non sul lavoro. Compenso qui e in altri luoghi dove, per fortuna, ci sono persone che amano ciò che faccio e me lo fanno notare.

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  6. Mai stato volontariamente l'ultima ruota del carro e non ne capisco neanche le motivazioni.
    Stare al centro nom significa necessariamente dirigere le operazioni o violentarne l'esito. Credo che sia solo un fatto di prospettiva prima e di giudizio poi.

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    1. Scegliere di non stare sotto i riflettori o di non leccare chi è al comando non coincide necessariamente con una posizione di soccombenza. Potrebbe solo mantenere il soggetto in questione fuori da certi giochetti o al di dà delle solite melme.

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    2. Ah, ma così è diverso! Così è solo un altro modo, meno palese, di comandare il gioco. Stare fuori dai giochetti resta però una gran cosa...finche si riesce.

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    3. Non si comanda granché, te lo garantisco. E finché ci riesco mi tengo a debita distanza da certe pantomime.

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  7. Purtroppo spesse volte sono proprio gli atteggiamenti che tu rifuggi a fare la differenza. Le persone di potere che decidono chi sì e chi no da questi atteggiamenti restano attratti e condizionati, viscidi quali loro stessi sono.

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    1. Hai ragione Matteo. Ho già pagato in prima persona, e non una volta sola, per i miei atteggiamenti poco ossequenti. E continuo a non voler mutare approccio. E' più forte di me!

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  8. Brava. Fin dai tempi della scuola i leccaculo mi sono sempre stati sulle balle, e tuttora al lavoro non li reggo.
    Credo però che non sia una questione di scelta, ma di predisposizione caratteriale.

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    1. Secondo me è semplice opportunismo. Considerati i risultati che, spesso, tali pratiche permettono di raggiungere.

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  9. Appunto, il famoso carattere opportunistico.
    Si fa strada da subito, fin da quando si è piccoli.
    Non hai mai conosciuto dei piccoli opportunisti?
    Io sì!

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  10. Mia nonna diceva: "Faccia tosta capò e faccia moscia morì"...nel senso che i lecchini, gli sfacciati fanno carriera. Chi sceglie di non seguire un certo percorso a furia di leccate, resta dietro quel sipario. Anche io non arriverò molto lontano.

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    1. Siamo in tanti, allora, Veil.
      Facce mosce? Non andremo molto lontano, no.

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