15 giugno 2012

Nei gorghi del futile

L'inutile risucchia, soprattutto quando viene spacciato per necessario. E allora pensi che alcuni vuoti si riempiano di senso solo perché il mondo, o la sua espressione più ampia, si incammini in direzione opposta alla tua. Possono dunque aver tutti torto? Ho capito che sì, possono aver tutti torto. Tutti? Diciamo una buonissima parte. Trascurare o ignorare l'umanità che scalpita tra l'effimero, il momentaneo e l'irrilevante fa parte di quella me che sono da un po' di tempo. I miei parametri, proprio quelli che qualcuno si ostinava a rinfacciarmi sovente, si induriscono e si fanno roccia. Gli altri sono di più, ma non per questo devono aver ragione per forza.

[foto by Lissuin]


24 commenti:

  1. è vero, tutto è relativo...
    quello che per noi è inutile per altri può essere importante;
    il problema è che a volte sono ritenute importanti cose inutili.
    ... se penso quello che dico succede un casino.

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    1. E se dicessi quello che pensi?
      Cosa accadrebbe?

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    2. a questa domanda non ero pronto,
      dovrei chiederlo a Cassano =D

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  2. Non dire nulla è diventata la prassi! Dovremmo urlare più forte quali sono le cose inutili e sradicare la serra di inutilità! Io, personalmente sono ferma all'introduzione diquesto tema! Proverò a svolgerlo, almeglio...saluti!:) sofia

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    1. Io mi sono azzardata anche ad andare oltre un'introduzione, ma è davvero complicato far capire cosa e perché una cosa, una persona o un fatto siano del tutto irrelevanti.
      Sembra che troppe persone amino le futilità, per cui fanno audience e facendo audience hanno più rilevanza di chi preferisce altro nella vita.

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    2. in merito all'ultimo pezzo di questo tuo commento...
      è più facile discutere di futilità, ognuno può dire la sua; non c'è bisogno di essere colti, eruditi o... intelligenti.

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    3. Le cose futili possono anche essere più abbordabili delle altre, probabilmente perché pensate appositamente per essere alla portata di tutti senza troppi sforzi.
      In un certo senso rassicurano e generano quella comunione di gusti che in tanti cercano costantemente. Il problema è che non ci si discosta da questo circuito, non si fa il minimo sforzo per andare solo un po' più in là di quello che viene propinato e spacciato per fondamentale.

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  3. Del resto la storia l'hanno sempre fatta le minoranze.

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  4. Arrivato alla mia età mi interrogo da anni cosa sia inutile, futile e cosa sia importante. Riccardo ha ragione, infatti credo che ognuno di noi coltivi per essenziali cose che non abbiano per molti altri nessun valore e viceversa.
    Io sono arrivato a una conclusione: fregarmene di quello che pensano TUTTI gli altri e fare le mie scelte di vita in assoluta autonomia, e chi mi sfotte si impicchi.
    Ho un amaro vantaggio su di te: ne ho viste di cotte e di crude e niente riesce più a sorprendermi. Tu hai ancora tanto tempo per sgranare gli occhi.

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    1. Insomma, ho 39 anni e di cose, cotte, crude e semi-crude, ne ho viste parecchie anche io. Ovviamente ho molto da apprendere, questo è normale, ma un po' come te ho capito che quello che gli altri si ostinano a ritenere rilevante per loro non deve esserlo necessariamente per me.
      E viceversa.

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    2. E allora hai fatto già un bel passo avanti verso la tranquillità interiore, che poi è quella che conta. Buon fine settimana.

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    3. ottimo e comunque si ha sempre da imparare :)

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    4. Certo Riccardo. Mi pare fosse Socrate che rispondeva a chi gli diceva di essere un sapiente: "Io so di non sapere nulla". Magari lui faceva il filosofo di mestiere e filosofeggiava, ma non si smette mai di imparare. Purché se ne abbia la voglia.:))

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  5. e con questo post continuo la mia giornata che era già iniziata su questo filone di pensiero. Dove pensiero sta proprio per quello che sembra...per pensiero.

    hanabeldirà

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    1. Oh, hanabel!
      Certi pensieri si pensano in comune con altri pensieri.

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  6. Anche affidarci sempre e comunque al paravento della relatività può essere una cosa futile. Anche lo snobismo lo è, anche scrivere su un blog può avere facilmente le medesime caratteristiche. Io sono roso da tempo dal tarlo dell'inutilità e tu non mi sembri persona che si fa condizionare facilmente da alcunchè. Bene o male alla fine ci si riduce sempre a circoli ristretti dove cerchiamo un senso magari elitario per qualcosa che in realtà non ne possiede nessuno.

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    1. Credo dipenda dal desiderio di ogni umano di poter sentirsi dentro un'appartenenza. Nel bisogno di riconoscersi in qualcuno dei suoi simili. Non tutti ché sarebbe impossibile, ovviamente.
      Anche il riconoscersi controcorrente, probabilmente, va nella stessa direzione. Discostarsi dai molti per avvicinarsi a pochi. Forse perché le masse (quelle senza testa e senza faccia) mi hanno sempre inquietata molto.

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    2. questa tua riflessione (che condivido) inquieta ancor di più...

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    3. non è colpa tua se una parte di questa società ha bisogno di riconoscersi in certi esempi...
      però grazie :)

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