30 maggio 2012

Non penso e non depenso

La mia mente ristagna. Non pensa e non depensa. Sta. Difficile accettarlo per una come me che dei propri pensieri e delle relative peregrinazioni si nutre come una pianta. Eppure devo soccombere a questa stasi in attesa che un'ispirazione degna del suo nome si faccia avanti. Perché di solito sono le idee a venirmi incontro, non vado a cercarle. Le trovo sparse un po' ovunque: tra i rami, dentro la radio, sotto una grondaia e persino in un dolore. Ora no. Lascio che sfilino, inerti e livide, cosciente che non siano per me: aspettano solo altre teste capaci di pensarle. Mi rannicchio così in una piccola tristezza e faccio del mio meglio per non sentirmi orfana di me.

[foto by dpressedsoul]

16 commenti:

  1. rimanere in attesa dei pensieri è già un pensiero, non credi?
    :-)

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    1. In un certo senso sì.
      Pensare e non-pensare sono la stessa identica cosa.

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  2. Mi piace quel "depensa", ingegnoso davvero.
    Concordo con le idee che ti vengono incontro. Picasso diceva: "Io non cerco, trovo". Capita anche a me: mi basta girare il collo di qua e di là -non dico in su e in giù altrimenti qualcuno potrebbe equivocare-e trovo l'argomento, su cui poi inizio un lento lavoro di fantasia deduttiva -cioè fantastico aggiungendo le deduzioni che tiro fuori dalla cassa della mie fantasie usate o per meglio dire non completamente sfruttate-; poi ingoio il tutto e lascio lì. Dopo un po', indipendentemente dalla mia volontà, inizio a ruminare il bolo delle idee ingoiate e tiro fuori la storia.
    Così funziona per me da una vita.
    Non sei orfana di te -buonissima anche questa, pollice alzato- sei in una fase di passaggio: la creazione non è avvenuta in un attimo nemmeno in casa del Padreterno, gli ci sono voluti sette giorni per combinare sto casino.
    Un umile consiglio: rannicchiata come sei in quella tua "piccola tristezza" prova a descriverne le pareti e le viuzze, le luci, poche, e le ombre, tante; vedrai che bella cosa potrai farne uscire.

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    1. Depensa: a dire il vero non è mio.
      Le idee, le ispirazioni, le suggestioni sono sempre arrivate per conto loro. A volte basta una semplice parola ascoltata o detta, una luce o un'assenza. Stavolta credo di essermi impantanata.
      Dovrà uscirne, prima o poi.

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    2. Io insisto e tu prova a descrivere il pantano.

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  3. Non è che mi hai saturato il cervello di parole e di pensieri e di elaborazioni e di quant'altro...?
    Hai verificato lo spazio disponibile?
    Vai su disco C, pannello di controllo, proprietà...
    Nel caso, ti consiglierei anzitutto un backup.
    Dopo di che prevederei un'estensione della memoria. Oggi con pochi euro puoi trovare comode chiavette da tenere in tasca, utilizzabili a mo' di portachiavi.
    P.s.: Grazie per la sensazione che mi hai lasciato con quell'"orfana di me", stavolta senza ironia. Un non so che di malinconico in cui si riconoscono certe mie inquietudini.

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    1. No, di spazio ce ne è ancora parecchio. Gb e Gb di memoria ancora a disposizione!
      Ho una gran testa, lo sai no?

      P.S. Grazie...

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  4. É il momento di chiudere gli occhi ed ascoltare il mare. Dolce notte. Agart

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  5. Hai solo il motore un po' ingolfato.
    Io non insisterei a premere sull'accelleratore, anzi farei il contrario, lascerei decantare le impurità, asciugare la candela e aprirei il cofano per far scorrere aria.
    Se temporeggi un po' facendo finta di niente, solitamente il macinino il giorno dopo riparte ;)

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    1. Sono proprio un vecchio macinino in questo periodo.
      Devo farmi dare qualche consiglio da mio padre che di macchine se ne intende e ne ripara da decenni.

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  6. Tu che non pensi poi no, non ci credo.
    Ciao Euri, oggi, proprio oggi, ti mando un saluto particolare. E ti abbraccio anche, va là.

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    1. Jeeeeeeeeee...
      Sono io che ti abbraccio. Forte forte.
      E ti ringrazio di cuore.

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