30 aprile 2012

In via della Reginella

In via della Reginella sembra di essere altrove. Mi meraviglio: non può essere Roma quella contenuta in questo spazio che conserva ancora una misura umana e raggiungibile. In via della Reginella un'anziana ha perso un calzino blu volato da una finestra e qualcuno, passando di lì, lo ha raccolto ed appoggiato su un ramo. In via della Reginella c'è un'ombra lieve e nessuna invadenza, si conoscono le facce e i nomi, si cammina e non si precipita di affanno in affanno. In via della Reginella c'è odore di cannella e cioccolato perché la signora vende biscotti e dolci a pezzi. Ho comprato un muffin alle mele che aveva il sapore di una domenica mattina perfetta.

[foto dal web] 

32 commenti:

  1. in effetti una via in bianco e nero è anomala oggi;)

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    1. Sorrido.
      A dire il vero l'ho fatta io in bianco e nero.
      'spetta che pubblico un link!

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    2. visto!
      (appunto, in bianco nero:) una strada antica;)

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  2. Ricordo un po' anche io la via, anche se ormai sono secoli che manco da Roma e mi sa che ne passeranno molti altri prima che ci tornerò.

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    1. E perché non ci tornerai per i prossimi secoli?

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    2. distanze elevate, costi e una certa ritrosia nell'affrontare i viaggi.

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    3. Peccato.
      Certi posti, però, valgono uno sforzo.

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    4. Devo anche dirti che da un po' di tempo a questa parte Roma mi attira sempre meno. Succede.

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    5. Ti capisco.
      E' una città infernale, sotto molti punti di vista.
      Anche io patisco sempre un po'... ma poi scopri certi angoli che danno conforto e riescono a salvarla.

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    6. Il fatto che sia infernale non mi turba, Milano è diversa ma adoro il caos milanese e in generale il caso delle metropoli. E' più l'immobilità di Roma ad avermi stancato. Non che non sia cambiata dagli anni '80 ma le ultime volte mi ha trasmesso una fortissima claustrofobia.

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    7. Cosa intendi per "immobilità"?
      A me non sembra immobile, anzi.
      E' un marasma che non rallenta mai e non si dà pace.

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    8. Non saprei come spiegarti ma ti dico, seppur cambiata e caotica come sempre, mi appare sempre più come una città decadente, paralizzata. Non che non ci siano cambiamenti, etc, ma le ultime volte che ci sono stato la città mi è sembrata davvero paralizzata, degradata e ancorata sempre più al passato.

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    9. Non so cosa dire.
      Forse un romano saprebbe risponderti meglio di me e forse saprebbe capirti meglio di quanto io riesca a fare.
      Vado a Roma da sempre, in tempi recenti ne sto conoscendo degli aspetti e delle facce che non sapevo. A volte mi inquietano e mi stancano.
      La decadenza, secondo me, è tipica delle grandi metropoli. Perché ho la sensazione che il loro "consumo" sia più rapido e molto più veloce il loro sfinimento.
      A paralizzare Roma, credo, sia spesso la mole di persone che la percorre e la rigonfia. Altre volte, forse, è una pessima amministrazione, altre volte la cattiva educazione e le orride abitudini di gente che non sa e non capisce.
      Ho sempre pensato a tanta potenzialità schiacciata da una certa stupidità. I romani sprecano inesorabilmente senza sforzarsi di mantenere.

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    10. Ne parlo quasi quotidianamente coi romani, fra i quali anche il grande capo G.F. Anche se devo dirti che fra i romani che conosco (compresi quelli d'adozione) sono molti quelli che se ne sono andati o stanno meditando di farlo.

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    11. Sì, so che G.F. vorrebbe andare via.
      E so per certo che sono tanti i romani, più o meno autentici, che vorrebbero fuggire da Roma.
      La vivibilità, in effetti, non è propriamente il massimo. E li capisco.

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  3. Sto riscoprendo pian piano tutta quella zona... mi sta piacendo parecchio. Questo posto mi manca, ma segno che dei tuoi suggerimenti mi fido...

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  4. a salvare le grandi città restano (quasi) solo questi angoli magici e nascosti...

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    1. E per fortuna!
      Non sai che sollievo per me, che vengo da un microscopico centro, poter trovare angoli così tranquilli e "normali".
      Roma, in genere, mi inquieta molto. Per le sue dimensioni, per le distanze, per i fiumi di gente che si muovono ovunque. In via delle Reginella (o nel Ghetto, in generale) riesco a vedere una parte di Roma più umana e più pulita.

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  5. Via Regginella stava sur gozzo de mi madre, pevvia che ce doveva da esse na rivale, perché er mi padre da giovane ce bazzicava forte. L'urtima vorta che ce so ito so passati 'n par d'anni, tre o quattro.
    Rimasta quasi come me la ricordavo da regazzino, co l'istessi muri scrostati e le stesse puzze de cipolle cotte.
    Chi ce nasce ce campa e poi ce more. Bello così, te credo.

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    1. Io di cipolle cotte non ho sentito nessun odore.
      Ma forse sono passata ad un orario diverso.

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  6. non conosco la via ma da come ne parlate tutti mi è venuta voglia di conoscerla.....:)

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  7. Io quando passavo per via della Reginella ero felice e non lo sapevo.
    Xe

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    1. Xe????
      Ma che fine hai fatto!

      Io, invece, ero felice e lo sapevo. Per fortuna.

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  8. E' una fortuna anche poter "riabilitare" alcuni momenti vissuti come tristi ma che anni dopo si rivelano muri portanti di quello che siamo e delle nostre felicità attuali.
    Ero così piccola, sola, disorientata e precaria appena arrivata a Roma e non sapevo se sarei riuscita a reggere me stessa e a costruire qualcosa. Sono passati otto anni e sono così orgogliosa di quella ragazzetta lanciata allo sbaraglio e se immagino via della Reginella o piazza Mattei, mi pare di vederci me che corro al lavoro o verso l'autobus, tra una biblioteca e una colonia felina, pizza mortazza ricotta e visciole.

    Nessuna fine! Latito in certi ovi perché palpito altrovi :)
    Ma passare qui è sempre un piacere.
    Xe

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    1. Quando si vive non si ha l'esatta percezione di cosa si stia vivendo.
      Col tempo arriva la coscienza di sé e del passato.

      Passa quando vuoi, mi raccomando.

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