16 aprile 2012

Dilaniare l'immutabile

Ci sono scelte che precipitano da piccoli ed infiniti abissi interiori scolpiti dal tempo e dalla noncuranza. Restano muti per secoli ma un bel giorno, complici parole di troppo o una stanchezza concentrica, esplodono con un fragore illuminante. La logica tace beata mentre il resto viene messo a soqquadro da un lancinante desiderio di dilaniare l'immutabile. Il senno del poi e una scia di ri-pensamenti sembrano incipriare un dolore, riducendolo a colpa o a peccato. Invece la vita ti dà la ragione che pensavi di non avere, i fatti elogiano la follia fino a rivestirla di saggezza. Il rapimento estatico di un istante, da cui è scaturito il caos, diventa così l'equilibrio del buon giudizio.

[foto by thebjoernsons]

16 commenti:

  1. Erasmo scrisse l'Elogio della Follia in una settimana, mi sono sempre chiesta quale fu la scintilla che lo ispirò così tanto ironizzando i più bassi istinti dell'uomo...quale illuminazione gli permise di dilaniare ciò che sembrava a quel tempo immutabile..

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    1. E pensare che Erasmo scrisse il suo "Elogio" quasi per gioco. Di certo non pensava che noi, oggi, lo avremmo ricordato quasi sempre per quel breve e divertito saggetto.

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  2. Ho letto solo i tuoi post di aprile. Non mi appari come un "mostro" in senso classico, piuttosto come un'anguilla.
    Sfuggi ad una definizione logica, terra terra, se preferisci.
    Chi ha scritto il post sui macaoni, amabile e leggero, è la stessa persona che si incarta nell'eccessivo numero di parole degli amanti del mistero e della mutanda?
    Chi esprime con tanta profondità la sofferenza per il terremoto de L'Aquila e la stessa che si impapocchia negli amori comodi?
    E a chi non basterebbe una vita per leggere tutto quello che vorrebbe -complimenti, mi trovi completamente d'accordo- viene in mente di scrivere un post come "Dilaniare l'immutabile", che non lascia capire da dove l'autrice parta e dove voglia arrivare?
    Misteri della natura femminile? Voglio augurarmelo.
    Buona serata.

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    1. Toh, è arrivato fin qui...

      Dunque. Ti sembrerà assurdo ma a scrivere tutti i post a cui fai riferimento sono sempre e solo io. Strano eh? Una persona sola che muta stile, voce e impulso ogni volta. Se no che "mostro" sarei?

      Sai qual è uno dei peggiori difetti che mi pare di notare nel tuo approccio? Ti poni al di sopra di tutto e di tutti. Sali sul pulpito e pontifichi come se a te appartenesse la conoscenza assoluta.
      Nessuno ha chiesto il tuo giudizio critico né sei stato chiamato a recensire i post e i blog altrui.

      Leggi, se vuoi. Partecipa pure al mio blog, ma non ti arrogare l'esclusivo diritto di giudicare senza sapere nulla.

      Certi atteggiamenti sono piuttosto irritanti e anche poco rispettosi.
      Ricorda: sei a casa mia.

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    2. E tu non sei venuta in casa d'altri ad esprimere un tuo giudizio critico su un mio commento?
      Volevi cominciarla e finirla tu?
      Ti hanno abituata così?
      Non avevo il diritto di dirti la mia opinione?
      Come ti permetti di dire "ma chi è?", che altro non era che un "ma chi si crede di essere?".
      Chi è tra noi due che giudica senza sapere nulla?
      Tolgo il disturbo, che è tutto mio per intrattenermi con te.
      Adieu

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    3. Decisione saggia, la tua. Visto che imita alla perfezione la mia.
      Infelice di essere incappata in un uomo tanto infantile e privo del senso dell'ironia (perché ironico voleva essere quel mio primo "ma chi è?").

      E adesso chiudo. Con te, ovviamente.

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    4. A bocce ferme, perché io sono una persona onesta, forse ho ecceduto e me ne dispiace. Non volevo offendere e te ne chiedo scusa.
      Ma tu hai invaso il mio campicello entrandovi col piede sbagliato. Non conoscevi il reale rapporto e i diversi anni di amicizia tra me e Silvia, ma senza pensarci su un attimo te ne sei uscita con quella espressione dell'intervento non richiesto.
      In quanto a ironia, se io non ne capisco tu non ne sei la regina: infatti la mia prima risposta era "assolutamente" ironica; che avrebbe voluto significare altrimenti il dirti che non ero simpatico e che mordevo?
      Per quel che riguarda il "cocca", che sembra tanto ti abbia ferita, è la tipica forma con cui noi romani ci rivolgiamo agli altri, cioè cocca se è una donna e cocco se è un uomo, come altri dicono amico mio; senza volere dileggiare nessuno.
      Mi risponderai che tu non sapevi che io fossi romano. Quante cose non sapevi, ma sei intervenuta lo stesso.
      A quella mia risposta "ironica", ne hai data una tu, che ironica non era, dove parlavi di veleno e di anni copiosi mal sfruttati, o giù di lì.
      Mettiamola così: a fiuto non ci siamo capiti e piaciuti. Io non me ne dolgo, non posso piacere a tutti; forse tu?
      Sapessi le mail che ho ricevuto per il mio primo romanzo, un delirio. Una buona percentuale di assoluto compiacimento; altre compiaciute, complimenti a go-go, ma anche larvate critiche, che ho trovate giuste e garbatamente dette; ma una -te la raccommanno, come dimo noi- una stroncatura perfida, velenosa, crudele. E da una persona che si definiva "mia amica". Pensa tu.
      Tolgo il disturbo. Mi dispiaceva tu pensassi che oltre ad essere presuntuoso fossi anche stupido e villano. Tutto qui.

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    5. Apprezzo molto questo tuo nuovo commento, Vincenzo.

      Il primo commento rivolto a te, esplicitamente non richiesto [nota l'assenza di trattino!], voleva essere, e lo dico sinceramente, una battuta ironica. A prescindere dal rapporto tra te e Silvia, mi aveva fatto sorridere (e un po' infastidito...) il tuo parere/giudizio relativo al suo post.

      Cocca, a quanto ne so, non è propriamente romano. Ho un compagno romanissimo e cocca non lo dice mai. Al massimo si diverte ad usare forme del tipo: "moro" o "mora" oppure "secco" o "secca" o, in altri casi, "maschio".

      Mi hai dato della zitella acida, ricordi? Non sono zitella e neppure acida (non sempre, almeno). Ed io, che ho letto qualcosa di te attraverso alcune schede online, ho cercato di rispondere per le rime con una stoccata sulla tua età.

      Vedi? Anche tu non sai un sacco di cose su di me però hai scritto e detto ugualmente ciò che ti andava. E in questo siamo pari!

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    6. Perfetto! Quando eravamo giovanissimi sul pari ci si metteva d'accordo: quasi sempre si tirava avanti. Allora, si ricomincia da capo?

      PS: Non so quanto sia romano uno che apostrofa una donna " a mora", dalle parti mie -San Giovanni in Laterano pe capisse- si dice "a moré" sia che sia maschio sia che sia femmina.
      "Secca" non mi pare proprio nostrano. certi dicono "me so sposato co na stecca", che non vuol dire solo secca ma pure lunga, alta.
      Ma vai a capire come si è sviluppato il dialetto in quest'ultima fine secolo!

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    7. Ok, si ricomincia daccapo!
      Per me va bene.

      P.S. Mi sa che manchi da Roma da un po' di tempo. Il mio compagno (Campo de' Fiori, per capirci) parla più o meno così. Non conosco a memoria ogni espressione, ma ti assicuro che i romani attuali parlano in questo modo... forse un po' peggio!

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  3. Ciao cara
    scusa le mie assenze ma in questo periodo mi sto spostando spesso tra Napoli e Teramo e non ho sempre la possibilità di collegarmi o, a volte, è limitata. Quando passo per L'Aquila, Avezzano e tutti i paesi dell'Abruzzo, ti penso sempre. Ho letto i post precedenti per non perdere mai un tuo pensiero. Ti abbraccio forte.

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    1. Ciao Veil!
      So che sei un po' impegnato ultimamente. Mi avevi avvisata. Passi nella mia terra, dunque. Spero che ti piaccia e che ti troverai bene.
      Ti abbraccio anche io.

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  4. se la vedessi diversamente avrei la sensazione di non uscirne vivo da qui... dunque sospendo allegramente giudizi ed attendo con gioia folleggiante il momento dell'attimo infinito dilaniante l'immutabile...
    poi ti dirò...

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    1. Perché? Com'è che la vedi tu?
      Non mordo mica... oddio, forse solo un po'.
      Il problema, forse, è che a furia di attendere mi diventi vecchissimo e poi non avrai più le forze necessarie a dilaniare, che dico?, a scalfire l'immutabile.

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