26 settembre 2011

Hai mai ascoltato le ghiande cadere?

Di passi allungati e facili salgo. Il fiato risponde solo al metro che il mio cuore regge. Pulsa e chiede aria. Nel bosco la stagione di smeraldi e gazze sta per cedere scettro e corona ad un tempo imbrunito, fatto di raffiche ed altri umori. Il silenzio si posa sotto le foglie e, come sempre, qui non fa domande. Non c'è nient'altro attorno, a parte la corolla di alberi. Arrivano suoni: hai mai ascoltato le ghiande cadere? Precipitano senza clamori, appena più leggere di un soffio. Un tintinnio tra i rami e poi, a chiudere, un tonfo tenue tra radici e terra. Fruscii che dondolano appena tra il riposo e un'attesa buona.

[foto by mordachai71]

26 commenti:

  1. in questo periodo sei particolarmente romantica!

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  2. e molto brava, se posso aggiungermi ad amore_immaginato. un'immagine poetica in prosa

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  3. le ghiande che cadono hanno per me un suono molto familiare, ma il suono della tua scrittura è assai più bello.

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  4. Capolavoro! Colori,suoni e sapori del bosco che si veste di autunno,un mondo di meraviglie nascosto tra tronchi e felci. Proprio ieri pomeriggio sono stato nel bosco della penisola sorrentina.Un brivido di poesia. C'erano le ghiande,le pigne e tanto vento fresco che portava nei soffi l'odore della corteccia e del muschio.Una pace ed una freschezza assolute.E' un tempio spirituale,non saprei come descrivere tanta bellezza.Ieri,poi,col cielo velato tutto mi sembrava surreale e perfetto.Grazie per queste parole.

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  5. @ Amore_immaginato: non sono romantica... almeno non volevo esserlo in questo caso.

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  6. @ Agnese: ecco, sì. Qualcosa di un po' più poetico.

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  7. @ ruhevoll: anche tu conosci il suono delle ghiande che cadono? Benissimo!
    Allora sai cosa voglio intendere.

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  8. @ Veil: allora siamo andati entrambi in un bosco, domenica mattina. Ho fatto una lunga camminata col mio ragazzo e gli ho insegnato ad ascoltare un po' meglio gli alberi (lui è un tipo di città, certe cose non le sa capire ancora bene...)

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  9. sì le ho sentite le ghiande cadere, come anche le foglie...riempiono del loro tonfo il bosco ed è bello perchè per sentire il loro "tonfo" vuol dire che sei in perfetto silenzio.....:)

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  10. Esatto.
    Senza il silenzio giusto non è possibile ascoltarle.

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  11. Hai mai dovuto riempire venti mastelle da 30 kg. di ghiande per poi andare a buttarle? Io sì. Ti puoi immaginare cosa pensavo quando le sentivo cadere.

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  12. Le ghiande non si buttano. Al massimo si danno ai maiali.

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  13. Le ho "sentite" e "viste" grazie alle tue parole.

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  14. @ je_est: mi vuoi far credere che dalle tue parti non ci sono maiali?
    Vanno bene anche i cinghiali eh...

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  15. le sto immaginando cadere, forse non mi è mai capitato di sentirle dal vivo. però sai che una volta ho sentito cadere una pigna sul tettuccio della macchina? senza troppi danni per fortuna...
    un saluto Anto

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  16. Ti suggerisco di andare in un bosco di querce e rimanere in silenzio.
    Qualche volta anche a me è successo di ricevere una pigna sul cofano o sul tetto della macchina, ma non c'è paragone!

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  17. Mi hai fatto venire voglia di andare nel bosco. Anche il rumore dei passi sulle foglie, girato l'angolo e cessati i rumori della città, mi piace molto. Mi aiuta ad accorgermi che esito.

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  18. Devo immaginare che tu volessi scrivere "...accorgermi che esiSto...", esito mi suona male.

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  19. Ops, certo! Nella natura esisto, è nella folla che esito :)

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  20. Anche io nella folla esito. Anzi: mi deprimo.

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  21. Ho asoltato le ghiande cadere ed anche il suono soffocato dei miei passi nel bosco: coprivano quello delle ghiande. Non mi è piaciuto, certe musiche si ascoltano immobili.

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  22. Quando ero piccolo andavo con mia nonna a raccogliere ghiande per i maiali (ne vanno ghiotti).
    La strada che passa d’avanti casa mia era bianca e fiancheggiata da grandi querce, un tempo. Ce n’era una, in particolare, che era enorme. L ‘adoravo. La guardavo intridersi di scuro sotto le prime piogge autunnali che a me sembravano tempeste, e con lo sguardo immerso nello scuotere possente dei suoi rami disegnavo avventure ai confini del mondo.
    Facevamo a gara per chi raccoglieva più ghiande, io e mio fratello. Due secchi riciclati, di quelli delle tempera da imbianchini e via, partiva la sfida.
    Ricordo una volta in cui chiesi a mia nonna che sapore avessero le ghiande. “Non mangiarle”, mi disse “ché fanno schifo”. A me, però, sembravano somigliare troppo alle mandorle, una volta liberate da guscio e cappello, così, di nascosto, ne addentai una. Be’, non c’è miglior lezione che sbatterci la faccia.
    Ogni tanto qualche ghianda cadeva con noi sotto, chini a raccoglierne; ti avvertiva sfiorando le foglie, percuotendo i rami magri. Non fischiava. E guai ad alzare la testa per vedere ed evitare, molto meglio ascoltare, ripararsi la testa e attendere.
    Non sono poi neanche tanto strane, certe somiglianze con la vita.
    Basilico

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  23. @ harry: hai perfettamente ragione. Infatti mi sono seduta ed ho ascoltato. Meglio se ad occhi chiusi.

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  24. Le somiglianze tra certi nostri ricordi o atti è spesso imbarazzante...
    Io non ho mai provato a mangiare una ghianda. Mi hanno detto che non sono commestibili e non mi sono mai posta il problema di che sapore avessero. A quanto mi dici non sono granché.

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