La felicità deve pur avere un rumore. Di ghiaia pestata, di nasi soffiati o di scatole rotte. Di certo avrà anche un odore. Quello di smalti vermigli, di pane scaldato o di resina collosa. Non so dove sia stata intrappolata, la felicità. Ma forse la riconosco nelle facce di chi non ha mai nulla da (ri)dire, di chi prende per oro colato ciò che non gli conviene contestare, di chi segue il gregge senza porre domande. Nessun come, nessun perché. I pulpiti sono deleteri, l'ho sempre pensato. Le masse deformi, compiacenti e ben pagate mi procurano emicranie. Le menti pensanti sono problematiche, destinate a non conoscere appagamenti.
[foto by TheTork]
Ecco perchè la Religione aiuta a vivere meglio: i dogmi chiudono ogni tentativo di analisi e discussione.
RispondiEliminaI dubbi svaniscono e tutto si spiega con il volere di Dio.
Amen(o Augh) :-)
Guarda io la vedo, e ne scrivo, proprio come te.
RispondiEliminaHo letto il post prima di questo e l'altro ancora.
RispondiEliminaMi piace veramente: così ho deciso di leggermi tutto il tuo Blog anche perchè possiedi il dono raro della sintesi lucida e di una sintassi esaltante. Brava
Le menti pensanti, (categoria di cui ognuno è certo d'appartenere)hanno sottotipi e varianti, svolazzi o architravi pesanti. Quel rumore qualcuno lo sente, son certo, come pure l'odore. Ne sentono altri: scricchiolii, sospiri, rimbalzi e raggiri. Sono pedanti tante menti pensanti, si fanno pesanti, sprofondano e credono di cercare profondità, quando il profondo galleggia e si libra e ti sfugge tra le dita, se hai un mitra o la tuta da polombaro magari, io credo. La vedo piu cosi, io che al contorto mi piego e ci giovo, mi appaga il pesante fardello, il dolore ma pure il menestrello, la risata che sgorga e stupida ride di sè. Secondo me la felicità ha dello stupido in sè, come pure lo stupore e può essere priva di ogni odore e rumore se non è dato da te.
RispondiEliminaMi è venuta in rima mi è venuta
Sono completamente d'accordo con te!
RispondiEliminaLe menti pensanti sono una rarità.
@ Pachino: credo che ormai la religione sia divenuto uno dei nostri problemi minori.
RispondiElimina@ harry: ti ringrazio per gli apprezzamenti, ma leggere tutto il blog sarà lunga. Se ci riesci senza patire troppo fammelo sapere!
RispondiEliminaUn sorriso.
@ simurgh: tutti pensiamo di pensare. E pensiamo di pensare in maniera corretta, s'intende. Sono dell'avviso, però, che ci siano persone che non pensino affatto, ma si limitano a riciclare ciò che qualcun altro ha detto. In sostanza senza avere alcuna coscienza critica-
RispondiEliminaE sono altrettanto convinta che una persona in grado di riflettere e di andare in profondità, sforzandosi di capire i tanti perché della vita, non potrà mai essere davvero felice. Perché vive molto più serenamente chi continua ad ignorare e a non voler capire.
Non è un concetto nuovo: arriva da epoche lontane ed è universale.
@ Fiore: no, non sono una rarità. Sono solo più difficili da individuare perché, in genere, non hanno nessuna intenzione di mettersi in mostra.
RispondiEliminaGli stolti, invece, educati all'arroganza e alla tracotanza, cercando di darsi risalto e di porsi al di sopra o al di là degli altri.
uhmmm, adesso se ti dò ragione passo subito nella categoria del titolo.
RispondiEliminaperò come faccio a darti torto?
posso dire la mia idea, e cioè che anche se non si ha esperienza di una emozione ciò non vuole dire che essa non possa esistere, magari fugacemente.
la felicità assoluta come l'infelicità assoluta come qualsiasi altra manifestazione assoluta non le credo mai possibili.
ognuno ha la propria unità di misura.
Credo che nessuno sappia quale sia la felicità assoluta e neppure nessuno che sappia quale sia l'infelicità assoluta. Viviamo nella "media" che poi è tutto ciò che ci appare vivibile.
RispondiEliminaNon so perché ma mi hai fatto tornare alla mente una frase de "L'Idiota" che suona più o meno così: non così stupidi da non vedere una porta ma nemmeno così geniali da sapere come aprirla.
RispondiEliminaQuesta credo sia la più perfetta descrizione dell'infelicità o, se vogliamo, di quella sottile depressione che talvolta ci sorprende... e sai che sorpresa!
Dedico il titolo di questo post alla solita utente che viene a rompermi nel blog. Ogni volta la stessa cosa,ricordi?Anche tu rimanesti sconvolta dalle sindromi atipiche di cui è affetta.Solo che quella è una mente non pensante che però non trova appagamenti.
RispondiElimina@ ruhevoll: non credo sia infelicità ma inettitudine. E' qualcosa di diverso. Il fatto è che spesso non si è neppure coscienti della propria incapacità.
RispondiElimina@ Veil: sì la ricordo. Ancora vaga in giro per blog? Mi spiace... Spero solo che non continui a delirare come al solito e a vedere fantasmi e minacce ovunque si giri. Credo sia malata, Veil. Porta pazienza!
RispondiEliminami permetto di dire, bello l'uso scultoreo della parola, il "contesto di contestazione concettuale" lo trovo comodo e comune, come chi contesta il pultito e poi lo usa.
RispondiEliminaIl rumore, l'odore della felicità poi non riuscirei mai ad immaginarlo di resina, di smalti o di ghiaia pestata, si l'odore della felicità esiste per le meravigliose menti dementi ed è profumo di appagamento, suono di serenità, idea di immortalità dell'arte.
Mi scuso per questa intromissione fra menti, ma io non menti!!! ;-))
‘A felicità? Sai che rumore fa, ‘a felicità euridi’? Fa er rumore de quanno uno zompa.
RispondiElimina(Zompa, Euridi’: fai ancora a tempo!)
Pecazz.
Ma io veramente spero che tu, a furia di zompare, prima o poi zomperai in un burrone.
RispondiEliminaUn pensiero in meno, Peccazz.
è davvero molto raro, di questi tempi, leggere concetti di qualità espressi in maniera formalmente corretta, chiari e sintetici!
RispondiEliminacomplimenti!
Grazie Agnese. Apprezzo molto i tuoi complimenti.
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