Alcuni ritorni si aggrappano ai silenzi per sopravvivere. Non sono più abituata a certi spettri e suggerire banali vie di fuga non è mai stato il mio punto di forza. Sono una strada tortuosa, l'ho sempre saputo. Di quelle che discendono tra precipizi e macigni, increspandosi d'aria rarefatta e terribile. Risalgo con affanno mozzando respiri e screpolando mani, compassionevole quasi per forza. Non ricamo parole per il gusto di abbellire una faccia o consolare sciocchezze, non ci riesco. Mi nutro di tempi stonati perché è proprio al centro di un certo nulla che so incappare nella parte più agghiacciante di chi sono e di chi non potrò essere.
[foto by Filterkafee]
(*) Walt Whitman
in confidenza?
RispondiEliminaSQUAK!
Ancora?
RispondiEliminaMa oggi che ti è preso?
sorrido...
è un movimento incessante e questo è positivo...
RispondiEliminaAnch'io sto leggendo il libro di Saramago, ma mi son piantato a metà: hai una cima per tirarmi fuori dal pantano? :-)
RispondiEliminaNon riesco a capire se i “ritorni” e le “vie di fuga” riguardano te o altri, comunque, se mai dovesse venirmene la malaugurata idea, ricordami di non chiederti mai consolazione :-)
RispondiEliminaBasilico
credo che sarà dura liberarmene è come uno SQUONKghiozzo!
RispondiEliminaLe strade tortuose sono le migliori. Altroché. Un abbraccio m_e.
RispondiElimina@ mpt: il movimento di chi?
RispondiElimina@ Pachino: stai leggendo lo stesso libro che leggo io? Come sempre Saramago è una mezza fatica, ma ripaga pienamente. Io non sono ancora giunta alla metà, appena ci arriverò ti farò sapere come fare per superarla. Per ora posso darti un suggerimento: volta pagina e vai avanti!
RispondiElimina@ Basilico: i ritorni non sono i miei, le vie di fuga neppure. Ma trattasi di metafore, non prendere tutto alla lettera, santo cielo!
RispondiElimina@ teti: capisco. Hai provato coi piccoli sorsi d'acqua bevuti senza respirare? Certe volte funziona...
RispondiElimina@ Emma: chi si rilegge (o rivede?), la Emma Peel! Bentornata carissima...
RispondiEliminaDunque. A me dicono che sono complicata e difficile, per questo penso che le strade tortuose come me siano le peggiori. Forse il problema è che in molti sono abituati alle autostrade!
La strada tortuosa mi ricorda un passo biblico, è quella attraverso la quale si giunge al meglio.Consolare le sciocchezze è una cosa che anche a me non piace, c'è sempre gente che cerca una sorta di commiserazione e mi irrita. Bentornata con le tue meravigliose metafore,Mia (cara) Euridice.
RispondiEliminaNon conosco molto le Sacre Scritture, purtroppo, ma mi fa piacere sapere che esiste un'immagine del genere perché ha proprio lo stesso senso di ciò che io intendo.
RispondiEliminaBentrovato Veil!
Chissà perchè, poi, la tua immagine/metafora di strada tortuosa, di mani screpolate e scorticate per il contatto con la vita, evoca in me un'altra immagine; quella dei frutti autunnali, come la noce e la castagna coi loro gusci ruvidi e coriacei che nascondono la polpa tenera.
RispondiEliminaUn'immagine a cui non avevo pensato ma che, di certo, racconta una bella suggestione.
RispondiEliminaGrazie Fiore!
del vivere e dell'essere
RispondiEliminaAh. Ecco.
RispondiElimina...di chi non potro essere!
RispondiEliminaGiuro che l'accento c'è!
RispondiElimina