30 settembre 2011

Ascoltando Creep

"Creep" vera, quella dei Radiohead, dico. L'ascolto e mi tornano in mente certi giorni distanti come pianeti. Su orbite di versi alla Dino Campana o assoli dei Led Zeppelin. C'era un altro ragazzo, al tempo. E distanze che gonfiavano le attese di romantica ansia. "You're just like an angel" e ci credevo anche, fino a tramortire la realtà, a disperdere lacrime su parolastre che non avevano radici. Ci penso e sorrido, adesso. Di un'ingenuità che rivedo attraverso i vetri sfiancati di un treno, tra scene polverose e tenere come quelle di un vecchissimo film muto. "I want a perfect soul" ripeto, cosciente che la perfezione non è di questa terra.

[foto by nenmayk]

12 commenti:

  1. è che è la mia canzone preferita di tutti i tempi e quando l'ascolto penso a tanto tanto tempo fa e a un luogo che davvero non è più di questa terra

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  2. E' anche una tra le canzoni che amo di più in assoluto. Ciò che mi ricorda l'ho scritto!

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  3. bella! BELLA! bellissimissima!
    (la canzone:)

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  4. No, non è di questa terra. Di nessun luogo che non sia la nostra immaginazione.
    Devo tornare a leggere il tuo passato blog.

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  5. @ teti: sì certo, la canzone.
    Mica io! Rido...

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  6. @ harry: la perfezione appartiene al mondo ideale, quello delle idee e dell'immaginazione, quindi.

    Buona lettura. Poi mi dirai.

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  7. Ah, che canzone. Una delle mie preferite. Ci feci anche un macabro post.
    [terzo tentativo di commento]

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  8. Mi spiace da morire per la difficoltà che c'è per commentare. Ho scritto a blogger e aspetto che qualche tecnico mi dia una spiegazione e una soluzione.
    Andava tutto bene fino a pochi giorni poco fa. Non so cosa abbiano combinato, ma è una questione di incompatibilità tra il browser di chi scrive e la piattaforma del blog.

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  9. Secondo me non si trattava di tramortire la realtà, né di parolastre atte a disperdere lacrime, Euridice, è che c’è un tempo per ogni cosa e ogni tempo è vissuto da un “noi” diverso.
    L’Euridice che guarda la vita andata non è la stessa che viveva ciò che sta guardando e valutando dalla finestra dell’oggi.
    Tu la chiami ingenuità, io credo fosse tutt’altro; io credo a quel tempo e per quella Euridice le cose sognate fossero davvero realizzabili. Ce ne erano le forze, il desiderio e la spinta; oggi non più. Oggi Euridice non vuole più le stesse cose di allora. Non importa per quale motivo, i motivi che troviamo sono sovente degli artifici che il nostro inconscio mette in atto per farci desistere da qualcosa per la quale non è più tempo.
    È così che, vista da lì, l’Euridice di ieri sembra ingenua come le cose che faceva/desiderava.
    Sai cos’è? E’ che a vent’anni e dintorni hai la forza per rimediare agli errori che puoi fare, quindi è giusto che quello sia il tempo per buttarsi, per osare e tentare di realizzare i propri sogni. Il tempo per sbagliare sopravvivendo ai propri errori.
    Poi il tempo dei venti, ma anche quello dei trenta anni, passa e le forze con esso. Allora bisogna stare attenti a ciò che si fa e la “temerarietà” cede il posto all’accortezza. C’è sempre meno spazio per i “danni” ogni comportamento che potrebbe farne deve essere limitato al minimo perché non abbiamo più capacità di reazione e ogni errore potrebbe essere “fatale”. Qui entra in scena l’esperienza (che, guarda caso, sembra essere fatta esclusivamente di fallimenti) che ci fa vedere ieri come un tempo di cazzate e ingenuità.
    Brutta bestia, l’età :-)
    Basilico

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  10. Ho capito. Un giro infinito di parole per dirmi che sono vecchia.
    Grazie eh...

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  11. "... la perfezione non è di questa terra." ... e a quanto sembra nemmeno dell'aldilà. (wu)

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  12. Non so cosa dire. Non sono mai arrivata nell'aldilà, per il momento.

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