Se devo dirlo allora non vale nemmeno pensarlo. Esiste un circuito di idee che bratulizzano i sensi, rapide come flash. Che vanno afferrate al volo senza nemmeno perdersi in fiato. Così. Fulminee, taglienti, istantanee. Percezioni e attimi che segnano solo le ombre di uno sguardo, che fluiscono nell'empatia di un cenno e non pretendono comprensione perché sono nati già compresi. Uno bravo le chiamava affinità elettive. E ci sono. Le ho assestate per bene sotto le palpebre e in quel rumore senza suoni che arriva da un movimento di ciglia e un impercettibile incresparsi di labbra.
[foto by intao]
Cara Euridice,volevo salutarti perchè parto per le vacanze.Mi mancherai tantissimo come mi sei mancata in questi giorni in cui non ho potuto leggere i tutoi nobili pensieri. Dispiace molto anche a me per Agota,la scrittrice del bellissimo e crudele "trilogia della città di K". Bello leggere le premure per i tuoi nipoti,ad ottobre anche io diventerò zio e ti comprendero' piu' che mai. Un abbraccio fortissimo. Buone vacanze anche per te,un abbraccio
RispondiEliminaGrazie per essere passato a salutarmi, Veil.
RispondiEliminaSpero che le tue vacanze siano rilassanti, divertenti e che tu possa scoprire cose nuove ed interessanti. Al tuo ritorno, forse, avrai voglia di scriverne e raccontarle.
La morte di Agota è stata terribile per me che l'amo tanto. Ma continuerò a parlare di lei in ogni modo.
Sarai uno zio dolcissimo e premuroso, ne sono sicura!
Buona vacanza Veil...
Una carezza.
quanto sono rare le affinità elettive.e più sono rare più sono preziose
RispondiEliminaRarissime.
RispondiEliminaQuasi introvabili.
E serve anche fortuna.
Hai ragione, occorre aver fortuna per poter "sentire" un'affinità elettiva.
RispondiEliminaE, quando questa fortuna accade, si sperimenta una pienezza, un calore, inesprimibili.
Sì, Fiore. Peccato però che a volte la si sottovaluti pensando di poterla sostituire.
RispondiEliminaGioielli rari che a volte diamo per scontati.
RispondiEliminaCome sostituire quella sicurezza impalpabile di aver trovato un essere che possa capirci senza parole? quell'istinto quasi sevaggio e "lupesco", che è come un annusare e riconoscere un odore che pare ci appartenga??
RispondiElimina@ espe: troppo per scontati. Sì.
RispondiElimina@ Fiore: non si può sostituire, mia cara.
RispondiEliminaEuri’, non vorrei sfatarti un mito, ma sai quelle “percezioni e attimi che segnano solo le ombre di uno sguardo, che fluiscono nell’empatia di un cenno e non pretendono comprensione perché sono nati già compresi”? Le sai ?
RispondiEliminaEcco, non vorrei dirtelo così, ma… il più delle volte è tutto culo. E quel che resta, “esperienza comune”. Poi il desiderio di qualcuno che ci capisca amplifica il tutto ed ecco qua l’empatia formato famiglia.
P.S. bada bene, ho detto “il più delle volte”, non sempre.
Ecco. Spero di non averti smontato il mito femminile del: “Non hai bisogno del manuale delle istruzioni: tu mi senti!”
Basilico
Il tuo cinismo è terrificante!
RispondiEliminaSanto cielo.