29 giugno 2011

Perdo i nomi ma non le facce

Le facce, quelle, le ricordo tutte per filo e per segno. Comprese rughe, espressioni ed ombre. Bastano pochi istanti e le fotografo per sempre. I nomi da collegare alle facce, invece, per qualche strano mancamento cerebrale, li perdo pochi istanti dopo averli sentiti. Il dramma si compie quando, per un motivo o per un altro, a distanza di tempo, quelle facce tornano. Le guardo con espressione assorta perché so con certezza di averle già viste ma si insinua (spero in maniera non troppo evidente) il dubbio sui nomi. "E adesso questa/o chi è?". Mi limito a sorrisini ed assensi mentre nella mia mente si scatena una guerra tribale tra neuroni. Mi sforzo di carpire qualche traccia scavando tra le parole.

[foto by LacerationLove]


20 commenti:

  1. Mi succede sempre che,a distanza di tempo, gli altri si ricordino di me ma non io di loro. E sorrido ad un cenno di saluto per non fare una brutta figura.Poi dopo mi spremo il cervello aspettando che si apra qualche cassetto della memoria. Pensa che non ricordavo piu' un mio amico di classe ad un incontro per strada e feci la figura di uno che ha subito una lobotomia. Un tremendo imbarazzo. Ti abbraccio cara.
    PS Mi smonti sempre però, tu :-( ...Non voglio imitare nessuno,cerco di ammassare e mescolare parole per cambiare registro.Il risultato è pessimo in ogni direzione,lo so. Mi piacciono le atmosfere surreali per descrivere certi momenti e cerco di fare uno sforzo (inutile) per il semplice piacere di scrivere.Apprezzami almeno questo.

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  2. Non riconoscere un ragazzo che è stato in classe con te è grave... forse sei messo peggio di me!

    P.S. Lo sapevo: meglio non dire quello che penso.

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  3. anche io e odio quando la gente non si ricorda di me o fa finta di non ricordarsi e si ripresenta per due o tre volte...(è capitato)

    (Sembra l'autocommiserazione di un mega loser anonimo al massimo...)

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  4. Ecco perchè dovremmo vederci una volta o l'altra, alla Vineria che sappiamo. L'importante è che tu non dica subito dopo, come Groucho Marx: "Non dimentico mai una faccia, ma con lei farò un'eccezione".

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  5. @ Occhio.Cavo: immagino di sì. Ma non so se sia un vantaggio!

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  6. @ Ubi Minor: chi non si ricorda è comprensibile, ma chi fa finta di non ricordare mi fa un po' rabbia. No?

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  7. @ je_est: il tuo nome non lo dimentico... e sono certa che non dimenticherei mai nemmeno la tua faccia.
    Però potrei fare uno sforzo!
    Scherzo...

    P.S. Quella vineria ti è rimasta nel cuore.

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  8. Euridice,mi resi conto della gravità della mia memoria perduta.Forse il mio amico era molto cambiato nell'aspetto oppure era solo stress che mi procura certi sintomi.
    PS Com'è il nuovo libro che stai leggendo? Sia il titolo che la copertina lasciano immaginare che si tratti di quel periodo amaro della storia che a noi piace conoscere.

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  9. Beh... deve essere stata una trasformazione importante per non riconoscerlo!

    Il (breve) libro di Debenedetti parla del rastrellamento che il 16 ottobre del 1943 i nazisti misero a punto nel Ghetto di Roma.
    Sono stata diverse volte nel Ghetto di recente e ho percorso, probabilmente, la strada che molte di quelle persone hanno percorso quando le SS le trascinarono via dalle loro case.
    Ogni volta mi si stringe il cuore.

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  10. un tempo ci restavo male, ora proprio...bah!

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  11. Bello quando ti chiedono: come state? (e lì deduci che dev'essere una conoscenza familiare.
    Rispondi: bene, grazie, e voi? (così per galleggiare, sperando che esista un voi..)

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  12. @ espe: e cosa fai quando un "voi" non c'è? Cioè se l'altro è un individuo singolo...

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  13. io ricordo bene le facce odiose e quelle inutili (tipo il vicino di posto in treno di quella volta che sono andata a trovare Marta, la signora davanti a me in coda alla posta dieci anni fa, l'autista dell'autobus di quando ancora andavo alle medie...). Le facce che amo invece ho difficoltà a visualizzarmele "a momoria", per ricompormele devo ricordare un dettaglio, la voce, un gesto.

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  14. Non è un gran ricordare facce il tuo. Sarebbe meglio dimenticare quelle odiose.
    Ma il dettaglio dei dettagli sembra interessante.

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  15. E così ti va ancora bene, Euridice. Non immagini cos’è quando ti trovi dall’altra parte e sei convinto di avere d’avanti qualcuno che conosci quando invece non ci si è mai visti prima. E tu insisti, pure. Almeno fin quando: “…Sì, però io nun me chiamo Mario!”. E’ in quel preciso istante che cominci a realizzare la figura di merda che stai facendo. Ma ormai è tardi!
    Basilico

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  16. Rido...
    Mi hai ricordato quel pezzo di Verdone in cui chiamava il domestico di una ricca villa chiedendogli di sparare alla coppia di fedifraghi nel letto salvo scoprire, dopo l'omicidio, di aver sbagliato numero.

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