Il sempre uguale imbruttisce i miei pensieri. Sento la coscienza sfilacciarsi, perdere struttura fino a trasformarsi nel liquido opaco in cui lascio slittare quasi tutto. Mi annoiano certe parole perché so già esattamente cosa verranno a dirmi. Riconosco le ellissi eccentriche di questo tempo barbuto: deformano la percezione sempre più claudicante di chi sono e di dove andrò a finire. Continuo a non sopportare o a sopportare sempre meno ciò che si ripete con collosa fissità e senza la necessaria passione. E' in attimi del genere che so di esistere ma di non vivere davvero.
[foto by Pensa-Necro]
La passione, dateci la passione e rideremo del quieto vivere.
RispondiEliminaPerfettamente d'accordo con te!
RispondiEliminaE' esattamente ciò che mi succede quando sono in ufficio. Comincio a diventare insofferente.
RispondiEliminacon la passione si potrebbe fare qualsiasi cosa e peserebbe sicuramente meno.
RispondiEliminanon la vendono al supermercato?! ugh
@ espe: a me succede anche fuori dall'ufficio. E' questo il problema!
RispondiElimina@ Occhio.Cavo: la passione rende sempre tutto affrontabile.
RispondiEliminaNo, non ci sono supermercati che la vendano... almeno non da queste parti!
io ho smesso di pormi il problema, e il problema ha smesso di porsi me certe cose basta ignorarle per concetrarsi su altro... anche roba piccola, ad esempio le ditate sullo specchio dell'armadio, quello si che è un segnale di vita [elb]
RispondiEliminaStamattina ho provato a concentrarmi sulle gocce d'acqua finite sullo specchio del bagno. Ma poi ho lasciato perdere perché si stava fancendo tardi!
RispondiEliminaFuori dall'ufficio non ho materialmente il tempo di rendermi conto della ripetitività.
RispondiEliminaSicuramente è meglio così, credimi.
RispondiEliminabellissimo post....bellissima canzone postata sotto.Mi piace quel sound un pochino vecchiotto.
RispondiEliminaSono gli Smiths! Non sono "vecchiotti"... santo cielo!
RispondiEliminaVa be', ti voglio bene lo stesso.
Sai, Euridice, quando certe parole, certi momenti o certa vita tornano sempre uguali, spesso è perché non sono cambiate le situazioni o le persone che li generano.
RispondiEliminaIn questi casi ci sono due alternative: o cambi 1) le cose; 2) le persone; 3) entrambe; oppure le tieni così come sono.
Io posso solo dirti per esperienza che optando per la seconda scelta (cioè tenere la rotta e la rottura di palle) ci si accorge che quelle ellissi eccentriche apparentemente sempre uguali a se stesse, in realtà si muovono. Impercettibili spostamenti sull’eclittica che senza accorgertene cambiano gli equilibri di quel piccolo sistema solare facendo sì che i poli si scambino all’equatore.
Per farti un esempio più calzante, quel ripetersi apparentemente monotono è un po’ come quando trovi quelle donne (non me ne vogliano le donne, ma è la cruda realtà) che per uscire da un parcheggio sterzano le ruote da un lato e fanno retromarcia fino a che non si rendono conto che toccheranno la macchina vicina, allora tornano avanti senza minimamente muovere lo sterzo e poi di nuovo indietro e avanti e indietro in un valzer apparentemente senza senso ma che alla fine, (nessuno ha ancora capito come) porta la macchina fuori dal parcheggio.
È solo una questione di tempo, e perseveranza, Euridice. Tempo e perseveranza :-)
basilico
Tempo e perseveranza. E' che in certi giorni mi sembrano troppo pesanti il primo e troppo inguardabile la seconda.
RispondiEliminaSo che tutto si muove anche se apparentemente sembra immobile, ma saperlo può non bastare o comunque non salva da queste vertigini di cupezza che ogni tanto mi aggrediscono.