Ho gli stessi capelli di mia nonna, dicono. Ricci e senza alcuna disciplina. Lei era una donna fortissima. Detestava i fascisti e ha lavorato una vita nei campi. Prima di tante sorelle, sapeva leggere a mala pena e le piaceva ripetere storie lontane. Quelle di un mondo identico alla Fontamara di Silone. L’ho pensato mille volte sentendola raccontare di padroni e cottimo, di fatica e raccolti. I suoi consigli e i suoi proverbi riaffiorano quasi ogni giorno come schiuma: vocali sfumate in quel dialetto "borbonico" che non sapeva correggere.
[foto by Tamerlana]
scrivili, quando ti vengono in mente scrivili!!
RispondiEliminao nessuno dopo di noi ne saprà mai più niente!
Li conosco e li amo. Ma non sono introvabili.
RispondiEliminaquello sì che era vivere.....!
RispondiEliminaNo, non lo era. Ha sofferto molto e sono certa che non rimpiangeva quei tempi di fatica.
RispondiEliminaQuanta piacevole nostalgia tra queste righe. Una di quelle classiche nonnine che,molto spesso,incontro in campagna durante le vacanze...e che raccontano quelle storie lontane amare e dolci, anche se nessuno le chiede nulla. Per tutto il resto, ecco perchè sei così bella. I capelli ricci li ho sempre guardati come simbolo che richiama l'essere aperti,alternativi,lontani dalle formalità impacchettate. Un abbraccio
RispondiEliminaQuando i nonni sanno raccontare è una delizia starli ad ascoltare.
RispondiElimina@ Veil: mia nonna non era proprio una tipa classica ma raccontava un sacco di cose.
RispondiEliminaI capelli ricci sono una piccola anarchia. Ma a me vanno benissimo.
@ ruhevoll: non l'ho sempre fatto. A volte ero troppo presa dalle mie cose. E' un errore che facciamo in molti.
RispondiEliminaBello, bello.. mi hai fatto tornare alla mente piacevoli ricordi. Le nostre nonne sarebbero andate d'accordo. xxx
RispondiEliminaAnche mia nonna raccontava. Raccontava e zappava patate. Raccontava e piangeva. O rideva.
RispondiEliminaRaccontava storie di guerra e miseria; di fratelli portati via dai fascisti e sorelle prese dal tifo e dalla polmonite. Storie di un marito perso nel fondo di un bicchiere di vino e di due figli nuovi di zecca da crescere bene.
Storie di fame e fatica.
Però cantava, mia nonna. Raccontava e cantava. E a volte ho l’impressione di sentirmela dentro, quella canzone, ma è solo un’impressione. Giusto un riflesso appena accennato di lei in me.
Non rimpiangeva nulla di quei tempi, se non la sua giovinezza, e quando io bambino le dicevo che volevo fare il contadino, sorrideva recitandomi sempre lo stesso grano di un rosario ormai consunto: “La terra è bassa, figlio”
Basilico
@ Frau: abbiamo avuto nonne simili? Probabile...
RispondiElimina@ Basilico: nei tuoi racconti c'era spesso tua nonna. Me ne hai parlato in varie occasioni citandomi persino i suoi proverbi in dialetto che, qualche volta, somigliavano spudoratamente a quelli della mia terra.
RispondiEliminaAnche mia nonna non rimpiangeva i tempi andati. Se non per il fatto che lei, allora, era più giovane.
Invidio famiglie così. Io se guardo indietro vedo solo fascisti ignoranti, razzisti, approfittatori, bugiardi e attaccati ai soldi, ignoranti. E so che nonostante la maschera anche io sono un po' così, anche io ho qualcosa di mia nonna.
RispondiEliminaVi invidio.
Noi abbiamo avuto nonni anti-fascisti e tu, se non ho capito male, dei nonni fascisti.
RispondiEliminaSiamo sempre come le nostre radici.
Sì, mio malgrado, sono una borghese bigotta ignorante vigliacca e fascista. È il sangue infetto che mi porto dentro e che mi impedisce di vivere
RispondiEliminaMa dai... non ci credo nemmeno un po'.
RispondiEliminaI fascisti non ammettono mai di essere fascisti.
E poi non mi sembri né ignorante, né bigotta. Altrimenti non mi scriveresti neppure.
perché?, tu pensi che ti commentino solo gli intellettuali illuminati? dai, non ci credo.
RispondiEliminaio sono onesta con me stessa, non ho paura di essere merda. ho paura di valere qualcosa, troppe aspettative
Qui non ci sono illuminati né intellettuali. Solo persone lucide, spesso simpatiche e dotati di un certo acume. Per fortuna...
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