26 marzo 2011

Saggezza d'albero

Torno al mio bosco, alla sua infinita stagione, al suo perdurante pulsare. Il tempo nuovo è incastonato in qualche germoglio pallido ed eroico. Lei, la quercia regina, riposa ancora e tace. Passo, l'accarezzo piano e provo ad ascoltare il suono prezioso e lieve della sua corteccia fatta di secoli e muschio. La primavera incede con la giusta pazienza. Qui non si sente fretta, gli alberi odorano ancora di inverno e non si fidano di qualche raggio vermiglio. Aspettano. E la loro saggezza mi commuove ogni volta.

[foto by mia_euridice 26.03.2011]

12 commenti:

  1. intanto questo è l'anno che l'Onu ha dedicato alle foreste, ma poi forse non siamo alberi?
    secondo il calendario celtico ogni essere umano è simboleggiato da un albero (sacro) per esempio io sarei un cipresso incrociato con un pino (perchè nata a cavallo tra i due) diciamo una conifera, praticamente un'evergreen:)) pensa__ :))

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  2. Io ho sempre saputo di essere un albero.
    Non so quale, però. Ma lo sono.

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  3. Easy: Gli alberi, maestri del saper aspettare il tempo giusto, ci ascoltano e vegliano sui nostri errori. In passato avevo un posto in cui mi sentivo in grembo ed era vigilato da alberi. Giuro che un giorno ci andai e sentii urla e pianti. Poco tempo dopo trovai raso al suolo tutto...

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  4. Mi sento più vento che passa tra gli alberi. Ho paura di restare bloccato a guardare le vite degli altri che scorrono via.

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  5. @ easy: un po' inquietante, devo dire. Ma capisco perfettamente il senso di protezione che hai avvertito.

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  6. @ mar52: io amo molto il vento. L'aria, per l'esattezza. Se sei vento nessuno può bloccarti. Meno che mai i rami degli alberi.

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  7. Saluta la quercia per me.

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  8. Ah ci sei... pensavo ti fossi perso.

    La quercia dorme ancora. L'ho vista proprio un paio di giorni fa. Le porterò i tuoi saluti, certo!

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  9. questo post m'ispira talmente che faccio una cosa mai fatta: un copia e incolla dal mio romanzo! (e nel frattempo ti dico CIAO!)

    "Un’illuminante visione del poeta Rainer Maria Rilke dice:
    «Essere artisti significa: non calcolare o contare; maturare come
    l’albero, che non incalza i suoi succhi e fiducioso sta nelle tempeste
    di primavera, senza l’ansia che dopo possa non giungere l’estate.
    L’estate giunge. Ma giunge solo a chi è paziente e vive come
    se l’eternità gli stesse innanzi, così sereno e spensierato e vasto...».
    Progettavo di usare questa come epigrafe di un libro
    che avrei scritto da vecchio, l’ultimo. Quel libro ultimo,
    che mai scriverò, l’avrei intitolato La pazienza dell’albero.
    Perché l’illuminazione di Rilke avrei proprio voluto farla
    mia. Come l’albero, aspettare fiducioso e senza ansia
    nelle tempeste di primavera. Come l’albero aspettare
    con pazienza, non incalzare i succhi e attendere l’estate.
    Vivere sereno e spensierato e vasto i miei giorni di albero,
    come se l’eternità mi stesse davanti. Ma a volte perfino
    gli alberi vorrebbero mettersi a urlare, e la sequoia
    che sono offrirebbe volentieri i suoi robusti rami per una
    qualche meritata impiccagione. A volte l’estate arriva solo
    per portarsi via tua madre."

    p.s. gli a capo assurdi sono dovuti al copia e incolla, il romanzo non è così sperimentale... :D

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  10. p.p.s. come non detto, gli a capo assurdi spuntavano solo nell'anteprima, misteri di blogger... :-))

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  11. Niente male, gentile Zio Scriba. E detto da me che sono una lettrice accanita e vagamente paranoica (oltre che parecchio esigente) non è poco.

    Ho avuto un'illuminazione alla Rilke!? Non conoscevo il suo scritto e mi ha sorpresa. Bene.

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