Qualcosa è perso
si chiude una finestra
e la mia pelle si muove.
Ha un altro incedere adesso
e non consente battiti.
Il cuore è statico
trattiene fiato e buio
per non lasciarsi consumare del tutto.
si chiude una finestra
e la mia pelle si muove.
Ha un altro incedere adesso
e non consente battiti.
Il cuore è statico
trattiene fiato e buio
per non lasciarsi consumare del tutto.
21 marzo: Giornata mondiale della Poesia.
Dimmi una poesia.
[foto by *sayra]
Tempo fa scrivevo poesie. Stanno in uno dei miei tanti quadernetti cuciti, quelli che non voglio più aprire. Ora non sono più capace, il mio massimo di poesia sarebbe:
RispondiEliminail fiore del carciofo
è un fuoco d'artificio...
quindi evito :) ma avrei sempre voluto scrivere poesie come Silvia Plath.
[la tua è bella assai. un abbraccio m_e ]
Anche io non scrivo più poesie, Emma. Da un paio di anni almeno. Non credo di esserne più capace. Questa è una delle ultime e forse nemmeno una delle più riuscite.
RispondiEliminaCredo che qualcosa sia morto. E non è più recuperabile. In ogni caso amo molto la poesia e mi piacerebbe che chi passa di qui ne lasciasse una.
La Plath è molto interessante.
PENSIERI DI PRIMAVERA
RispondiEliminaMentre l'erba di Yen è come seta blu,
i gelsi, a Ch'in, piegano i verdi rami.
E quando nutrirai pensieri del ritorno,
il cuore mio, oramai, si sarà già spezzato!
Ma il vento, a primavera, che ignora di noi due,
come osa intrufolarsi e alzare le mie coltri?
Li Po (poeta cinese)
Ecco. I poeti cinesi mi sono quasi del tutto ignoti. Meno male che ci sei tu, teti!
RispondiEliminaAvvenire
RispondiEliminaTi chiamano avvenire
perché non vieni mai.
Ti chiamano: avvenire,
e sperano che tu venga
come un animale mansueto
a mangiare nella loro mano.
Ma tu resti fermo
oltre le ore,
acquattato non si sa dove.
... Domani!
E domani sarà un altro giorno tranquillo,
un giorno come oggi, giovedì o martedì,
qualsiasi cosa e non quello
che ancora aspettiamo, ancora, sempre.
Ángel Gonzalez
Del cervello dentro il vestibolo
RispondiEliminale femmine amate in lunghi filari.
d’occhio in occhio versa il tuo giubilo
travesti la notte in antichi sponsali
travasa di corpo in corpo il tuo gaudio
che questa notte sia memorabile
oggi io suonerò il flauto
sulla mia colonna spinale.
V. V. Majakovskij
Ps: vedi che sono un bradipo pure nel capire... :) pensavo avessi dovuto comporla al momento.
L'approdo
RispondiEliminaFelice l'uomo che ha raggiunto il porto,
Che lascia dietro di sè mari e tempeste,
I cui sogni sono morti o mai nati,
E siede a bere all'osteria di Brema,
Presso al camino, ed ha buona pace.
Felice l'uomo come una fiamma spenta,
Felice l'uomo come sabbia d'estuario,
Che ha deposto il carico e si è tersa la fronte,
E riposa al margine del cammino.
Non teme né spera né aspetta,
Ma guarda fisso il sole che tramonta.
Primo Levi
Congedo
RispondiEliminaPasolini, Ginsberg, Sandro Penna
e quanti altri mai ebbi maestri
Kavafis, Leopardi, Baudelaire
eccomi a voi ignaro e deluso
affondare il bisturi della poesia
sopra il mio corpo lasso:
tutto è perduto, il mondo lascio
indifferente ad altri, canto
una canzone per pochi eletti
che si raccolgono intorno
al mio pianto: ho sbancato
la vita fuggendo mi ha lasciato
qui desolato e incapace di
procedere; una volta
sapevo ancora combattere
con le armi della dialettica
una battaglia celestiale.
Spreco di aggettivi oggi mi basta
per rimanere fermo su un letto
fra tepore e consiglio di vittorie
future da combattersi mai:
la poesia persino fu liquidata
al suo congedo definitivo:
non resta che piangere un pianto
senza lacrime, ditelo al nemico.
(Dario Bellezza)
Dall'immagine tesa
RispondiEliminaDall’immagine tesa
vigilo l’istante
con imminenza di attesa
e non aspetto nessuno:
nell’ombra accesa
spio il campanello
che impercettibile spande
un polline di suono
e non aspetto nessuno:
fra quattro mura
stupefatte di spazio
più che un deserto
non aspetto nessuno:
ma deve venire,
verrà, se resisto,
a sbocciare non visto,
verrà d’improvviso,
quando meno l’avverto:
verrà quasi perdono
di quanto fa morire,
verrà a farmi certo
del suo e mio tesoro,
verrà come ristoro
delle mie e sue pene,
verrà forse già viene
il suo bisbiglio.
(Clemente Rebora)
1920
ne scrissi una agrodolce sugli amici (e la loro progressiva dissolvenza) faceva più o meno così:
RispondiEliminaamici
mici
ici
ci
i
.....
:-)
Easy: ti ho vista spesso "in giro" ma non mi sono mai permessa di scriverti. oggi sono passata sul tuo blog su libero, poi non t'ho piu' vita..
RispondiEliminaVabbè.
Quello che scrivi mi sembra bello, ma non sono nè esperta nè poetessa. Sono solo dentro la mia piccola vita.
Ringrazio tutti. Ottime scelte poetiche.
RispondiEliminaDivertente anche la dissolvenza amicale di stradeperdute2.
Easy, venivo sul tuo blog in passato. Poi ho cancellato il mio, su Libero. Mi sono trasferita qui. Mi trovo benone. Torna pure quando vuoi.