Desiderare di avere è la nostra peggior rovina. Ci insegnano, e lasciamo che ci insegnino, a volere ciò che vogliono. Sordi e incapaci. Dovremmo disimparare la fretta di possedere, l'ingordigia di una voracità che sta consumando noi e il secolo dal quale cerchiamo riparo. Ogni capriccio si fa urgenza, ogni lacrima si fa disperazione, ogni visione si fa mania. E la pazienza di una crescita, così come il gusto amabile di un'attesa, diventano furia di fiamme. Quelle necessarie ad incenerire il resto e ad accelerare le priorità di pochi ai danni delle esigenze di troppi.
[foto by noyereve]
apprezzo molto le tue parole, ma ti rassicuro__ anche a fare come dici non serve e in più ti senti una deficiente (parlo per me, ovviamente)
RispondiEliminacome ho già avuto modo di dire ho una impronta ecologica ridicola (e tralascio i dettagli del dove e come sono finita a fare la dura e pura)
capricci, manie, furie e quali? a sì detesto quando scrivo a qualcuno e non mi risponde:))
"Dalla barbarie del nuovo
RispondiEliminache avanza
Dalla ricerca volgare
dell'abbondanza
Da chi ti cura chiudendoti
dentro una stanza
Cerco uno spazio vitale
la mia distanza"
@ teti: come saprai, fin dal tempo in cui i filosofi greci si impegnavano a dare un senso al loro amore per la conoscenza, si è arrivati a capire che la via più saggia per raggiungere la felicità è quella che passa per l'abolizione dei desideri.
RispondiEliminaSe fossimo capaci di non desiderare nulla di più di quel che serve, saremmo probabilmente più sereni e soddisfatti.
Invece ci bombardano, perché vogliamo che ci borbardino, ovvio, di desideri, di "cose" da desiderare. Un possesso che è diventato la legge dominante, la guida imperante del nostro fare e del nostro essere.
Forse dominare le proprie aspettative, ridimensionare ciò che si vuole solo per il gusto di averlo, basterebbe a farci più umani.
@ Mister: confesso: non so cosa e chi sia. Immagino una canzone, ma potrei sbagliare...
RispondiEliminaMi illumini?
cara euridice, è esattamente la mia materia di studio, solo che a parte non trovare un altro/a che sia interessato/a a praticare insieme, fatico anche trovare qualcuno che sia interessato/a occuparsi solo delle cose che nessuno può nè comprare e nè vendere.
RispondiEliminama questo so sapevo i maestri zen, infatti si sa che certi percorsi portano alla solitudine e al silenzio, all'essenza dell'assenza come approdo. bello e molto faticoso:))
da qui,le patologie del secolo, ossia ansia ,depressione,bulimia etc etc etc...
RispondiEliminaLe cose inutili o quasi,diventano necessarie...le mode,le abitudini sbagliate,l'educazione impartita male,la sottocultura.
RispondiEliminaPS posso prendere questa foto?Com'è bella.
Patologia epocale di una deriva metafisica. Deve arrivare fino in fondo. Poi, gli scarafaggi... molto probabilmente.
RispondiEliminaMi ricorda qualcosa letto. Forse ne Zibaldone. Ma tra i germi influenzali e il fatto che non amo Leopardi, non ci giurerei :)
RispondiElimina@ teti: fare fatica non è contemplabile né contemplato nel nostro tempo. Anche rinunciare a desiderare è un atto che nessuno tenta di compiere.
RispondiEliminaEppure non è poi tanto complicato. Basterebbe solo riuscire a distaccarsi un po' dalle "cose".
@ EMMA: sì, temo anche io che le malattie da te elencate abbiano parecchio a che fare con i mali di cui ho scritto nel post. E' evidente.
RispondiElimina@ Veil: certo che puoi prendere la foto. Anche io l'ho presa. L'autore è indicato in basso a destra.
RispondiElimina@ RDNZL: sì, arriverà di certo fino in fondo. Mi domando solo dove sia questo fondo... a volte mi sembra così vicino.
RispondiEliminaCon tutti gli scarafaggi che porta (o porterà) con sé!
@ Emma Peel: mi spiace che tu abbia l'influenza... Sei una delle tante persone malate.
RispondiEliminaOnestamente nemmeno a me piace molto Leopardi. E di certo non me lo ricordo!
"Quando hai raggiunto il fondo puoi sempre scavare" Freak Antoni
RispondiEliminaQuando ho letto il tuo commento, è venuto in mente anche a me.
RispondiEliminaEd ho il timore che finirà esattamente così.