1 febbraio 2011

Tutto, subito e senza troppi sforzi

Desiderare di avere è la nostra peggior rovina. Ci insegnano, e lasciamo che ci insegnino, a volere ciò che vogliono. Sordi e incapaci. Dovremmo disimparare la fretta di possedere, l'ingordigia di una voracità che sta consumando noi e il secolo dal quale cerchiamo riparo. Ogni capriccio si fa urgenza, ogni lacrima si fa disperazione, ogni visione si fa mania. E la pazienza di una crescita, così come il gusto amabile di un'attesa, diventano furia di fiamme. Quelle necessarie ad incenerire il resto e ad accelerare le priorità di pochi ai danni delle esigenze di troppi.

[foto by noyereve]

16 commenti:

  1. apprezzo molto le tue parole, ma ti rassicuro__ anche a fare come dici non serve e in più ti senti una deficiente (parlo per me, ovviamente)
    come ho già avuto modo di dire ho una impronta ecologica ridicola (e tralascio i dettagli del dove e come sono finita a fare la dura e pura)
    capricci, manie, furie e quali? a sì detesto quando scrivo a qualcuno e non mi risponde:))

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  2. "Dalla barbarie del nuovo
    che avanza
    Dalla ricerca volgare
    dell'abbondanza
    Da chi ti cura chiudendoti
    dentro una stanza
    Cerco uno spazio vitale
    la mia distanza"

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  3. @ teti: come saprai, fin dal tempo in cui i filosofi greci si impegnavano a dare un senso al loro amore per la conoscenza, si è arrivati a capire che la via più saggia per raggiungere la felicità è quella che passa per l'abolizione dei desideri.
    Se fossimo capaci di non desiderare nulla di più di quel che serve, saremmo probabilmente più sereni e soddisfatti.
    Invece ci bombardano, perché vogliamo che ci borbardino, ovvio, di desideri, di "cose" da desiderare. Un possesso che è diventato la legge dominante, la guida imperante del nostro fare e del nostro essere.
    Forse dominare le proprie aspettative, ridimensionare ciò che si vuole solo per il gusto di averlo, basterebbe a farci più umani.

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  4. @ Mister: confesso: non so cosa e chi sia. Immagino una canzone, ma potrei sbagliare...
    Mi illumini?

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  5. cara euridice, è esattamente la mia materia di studio, solo che a parte non trovare un altro/a che sia interessato/a a praticare insieme, fatico anche trovare qualcuno che sia interessato/a occuparsi solo delle cose che nessuno può nè comprare e nè vendere.
    ma questo so sapevo i maestri zen, infatti si sa che certi percorsi portano alla solitudine e al silenzio, all'essenza dell'assenza come approdo. bello e molto faticoso:))

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  6. da qui,le patologie del secolo, ossia ansia ,depressione,bulimia etc etc etc...

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  7. Le cose inutili o quasi,diventano necessarie...le mode,le abitudini sbagliate,l'educazione impartita male,la sottocultura.
    PS posso prendere questa foto?Com'è bella.

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  8. Patologia epocale di una deriva metafisica. Deve arrivare fino in fondo. Poi, gli scarafaggi... molto probabilmente.

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  9. Mi ricorda qualcosa letto. Forse ne Zibaldone. Ma tra i germi influenzali e il fatto che non amo Leopardi, non ci giurerei :)

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  10. @ teti: fare fatica non è contemplabile né contemplato nel nostro tempo. Anche rinunciare a desiderare è un atto che nessuno tenta di compiere.
    Eppure non è poi tanto complicato. Basterebbe solo riuscire a distaccarsi un po' dalle "cose".

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  11. @ EMMA: sì, temo anche io che le malattie da te elencate abbiano parecchio a che fare con i mali di cui ho scritto nel post. E' evidente.

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  12. @ Veil: certo che puoi prendere la foto. Anche io l'ho presa. L'autore è indicato in basso a destra.

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  13. @ RDNZL: sì, arriverà di certo fino in fondo. Mi domando solo dove sia questo fondo... a volte mi sembra così vicino.
    Con tutti gli scarafaggi che porta (o porterà) con sé!

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  14. @ Emma Peel: mi spiace che tu abbia l'influenza... Sei una delle tante persone malate.
    Onestamente nemmeno a me piace molto Leopardi. E di certo non me lo ricordo!

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  15. "Quando hai raggiunto il fondo puoi sempre scavare" Freak Antoni

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  16. Quando ho letto il tuo commento, è venuto in mente anche a me.
    Ed ho il timore che finirà esattamente così.

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